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CARS
- MOTORI RUGGENTI (2006)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: John Lasseter e Joe Ranft
Sceneggiatura di: Dan Fogelman, John Lasseter, Joe Ranft,
Kiel Murray, Phil Lorin e Jorgen Klubien
Storia di: John Lasseter, Joe Ranft e Jorgen Klubien
Prodotto da: Darla K. Anderson
Produzione: Walt Disney Pictures e Pixar Animation Studios
Realizzazione: Pixar Animation Studios
Edizione Italiana: Buena Vista
Italia
USCITA
ITALIANA: 23 AGOSTO 2006
Dopo sette anni arriva il momento del ritorno del gran
capo John Lasseter dietro la macchina da presa virturale della
Pixar, proprio nel ventennale dalla nascita degli studios.
Dopo anni di produzione, un numero imprecisato di disegni
prima e poligoni poi, arriva il lungometraggio "Cars - Motori
Ruggenti", settimo "full-leight" degli studios di Emeryville,
California. In ritardo di un anno sui tempi di consegna vista
l'inimmaginabile mole di lavoro e i lunghi tempi di calcolo
per il rendering delle immagini, arriva sugli schermi l'ennesimo
blockbuster annunciato del nuovo colosso dell'animazione Disney-Pixar
costato ben 70 milioni di dollari.
Il
lungometraggio ha come protagonista Saetta McQueen, un bolide
da poco nel mondo professionistico delle corse ad alta velocità.
Il tutto comincia durante un trasferimento lungo la storica
Route 66 per raggiungere la California, posto in cui Saetta
si contenderà la Piston Cup nell'ultima gara della
stagione. Saetta si ritroverà così, a causa
di un inconveniente, nella silenziosa cittadina di Radiator
Springs, bloccato a svolgere un servizio civile per i danni
causati nella cittadina. Qui ha l'occasione di conoscere Sally
(una Porche 911), il Dottor Hudson (una Hudson Hornet del
'51), Carl Attrezzi (un carro attrezzi arrugginito), Luigi
(una Fiat 500) e molti altri veicoli. Con questo salto lontano
dal mondo delle corse, della popolarità, dai trofei e dalla
frenesia, Saetta vivrà nuove avventure (e disavventure); circostanze
che lo porteranno a scoprire il vero valore della vita.
Con
questo nuovo capitolo della storia della Pixar viene scritta
una pagina importante (come del resto nelle precedenti occasioni)
dell'animazione tridimensionale o CG che dir si voglia. Dopo
aver attraversato il plastico mondo dei giocattoli, il verde
mondo degli insetti, lo strano mondo dei mostri nascosti nei
ripostigli delle camerette dei bambini, il mondo sottomarino
di pesci e anfibi vari e l'incredibile mondo dei supereroi
di stampo fumettistico, la Pixar ci catapulta nel mondo delle
corse ad alta velocità (Nascar style per intenderci). La nuova
sfida grafica degli studios è rivolta soprattutto allo studio
dei veicoli, della loro integrazione con le varie superfici
e di tutta la fisica che gli gira intorno: attrito, forza
centrifuga, gravità, grip, per non dimenticare polveri, scie
e tutto ciò che le vetture si lasciano dietro, il tutto alla
ricerca della perfezione e del realismo più sfrenato (grazie
anche a RenderMan, il motore di renderizzazione proprietario
della Pixar) per un delirio animato che lascia di stucco non
soltanto gli esperti del settore.
La
storia ha tutti gli elementi classici presenti in ogni lungometraggio
Pixar: una trama adatta ad ogni pubblico, dei personaggi che
faranno felici ogni bambino, un finale pulito e scontato e
una strizzatina d'occhio anche ad un pubblico adulto. Una
commedia leggera che fa dei buoni sentimenti il punto cardine.
A supporto della storia troviamo una pulita e attenta regia.
Lasseter torna prepotentemente dietro la macchina da presa
dirigendola magistralmente scena per scena. Non si assiste
più a quei frenetici movimenti dell'ultimo "Gli
Incredibili" (2004), ma si passa da leggeri movimenti
atti ad allargare la vista (dalle scene di gruppo alle panoramiche)
ai velocissimi camera-car.
Il
lato visivo porta come sempre il marchio Pixar. Il ritardo
di consegna si riesce a sintetizzare nelle inquadrature delle
vecchie coppe di Doc, la Hudson doppiata da Paul Newman, e
allo strato di polvere ricreato sul vecchio trofeo. Questo
un esempio per spiegare che ogni particolare è stato
curato nei minimi dettagli, come la grande location allestita
intorno a Radiator Springs. Dalla piccola cittadina a tutta
la valle, vegetazione compresa, è un lavoro di modellazione
da non poco: visitata in lungo e in largo durante tutto il
lungometraggio infatti risulta una location molto dettagliata.
Due autodromi e poche altre location (per pochi secondi di
riprese) completono il lavoro. Il reparto d'animazione ha
anche avuto il suo gran da farsi per tenere incollate le gomme
dei protagonisti al suolo. Infatti è questo l'unico
legame alle leggi fisiche dell'intera produzione. Da qui in
poi invece si è fatto largo uso degli insegnamenti
di Brad Bird visti nel precedente lungometraggio Pixar, ovvero
uso smodato di deformazione in ogni direzione (stretch &
squash classico dell'animazione tradizionale). Questo ha dato
più mimica ai personaggi vista l'assenza di arti. A
contorno troviamo poi sempre l'ottimo reparto degli effetti
speciali che si è occupato di vegetazione, effetti
atmosferici e particellari, fluidi e simili, ormai arrivati
a livelli (quasi) da perfezione (la scena in cui l'autopompa
dei pompieri schizza Saetta ne è la prova), che in
combinazione agli ultimi sviluppi del
motore di renderizzazione interno creano delle immagini molto
vicine alla realtà.
Parlando
del lungometraggio è bene ricordare che inizialmente, in fase
di produzione, era stato scelto come titolo "Route 66". John
Lasseter ha diretto il lungometraggio aiutato dall'amico Joe
Ranft (co-regista e co-autore della storia) scomparso nel
2005 all'età di 45 anni, sorte a voluto, per un incidente
automobilistico. Joe è stato autore delle storie de "La Bella
e La Bestia" (1991), "Il Re Leone" (1994), "Toy Story" (1995),
"A Bug's Life" (1998), "Fantasia 2000" (1999), nonchè produttore
de "La Sposa Cadavere" (2005) di Tim Burton. Per il lungometraggio
sono stati disegnati oltre 43.000 sketches solo per le automobili.
Saetta McQueen originariamente aveva il 57 sui fianchi, anno
di nascita del regista Lasseter, poi tramutato in 95: anno
in cui è uscito il primo lungometraggio della Pixar "Toy Story"
(1995). Lo stesso McQueen 'calza' pneumatici Lightyear, omaggio
agli originali Goodyear dell'auto a cui si ispira e brand
incrociato con il personaggio Buzz Lightyear dei lungometraggi
di Toy Story. Piccola chicca è rappresentato da uno degli
adesivi presenti a Finmore, che porta la scritta "Save 2D
Animation". Un'altra invece è una delle auto da corsa di minore
importanza presenti nel circuito, ovvero un auto interamente
bianca, lo stesso colore del logo Apple, con il numero 84
sulle fiancate, l'anno dell'uscita in commercio del primo
Macintosh, di cui Steve Jobs, CEO della Apple, ex presidente
Pixar è ad oggi a capo del nuovo colosso Disney-Pixar.
Il
nome del protagonista è un omaggio all'ex-animatore della
Pixar Glenn McQueen, scomparso nel 2002. Per quanto riguarda
tutti gli altri veicoli i modelli corrispondenti sono: Ramone
una Chevrolet Impala del 1959; Luigi una Fiat 500 del 1959;
Guido una BMW Isetta; Mater una Chevrolet o GMC del 1955-1957;
Sally una Porsche 911 del 2002; Sarge una Mercury Monterey
del 1950; Doc Hudson un Hudson Hornet del 1951; Flo una Dodge
Regent del 1957; Lizzie una Ford Model T del 1913; Mia e Tia
sono modellate sulla prima generazione delle Mazda MX-5 Miata;
The King una Plymouth Superbird del 1970, una delle auto del
famoso pilota Richard Petty, soprannominato "The King". L'auto
nel lungometraggio, tra l'altro, ricalca esattamente i colori
di quella che Richard ha guidato nella categoria Nascar nel
1970, ed è lo stesso Petty a prestare la sua voce al personaggio
in lingua originale. Citazioni d'eccezione anche per "La
Guerra dei Mondi" di Spielberg e un frame (veloce da
cogliere) per il bellissimo "For The Birds" (2000),
corto Pixar vincitore di un premio Oscar.
Per
il doppiaggio in lingua italiana si è ben pensato di scegliere
delle ottime voci prese in prestito dal mondo del cabaret,
del cinema, di piloti ed ex piloti per meglio seguire le orme
del cast originale; troviamo così il bravissimo Massimiliano
Manfredi (Saetta McQueen), della soubrette Sabrina Ferilli
al suo debutto (Sally), del geniale Pino Insegno (Chick Hicks)
e del divertente Marco Della Noce (Luigi) vera punta di diamante
del lato comico della pellicola. Ma presenti anche nomi d'eccezioni
come Alex Zanardi (Guido), Michael Schumacher (se stesso),
Jarno Trulli (DJ), Giancarlo Fisichella (Boost), Ivan Capelli
(Darrell Cartrip) con piccole parti cameo.
La pellicola è stata premiata come miglior lungometraggio
animato ai Golden Globes 2007 nella neonata categoria.
Il lungometraggio è uscito in patria il 9 giugno 2006 mentre
la Buena Vista Italia ha spostato l'uscita a fine estate,
dal 23 agosto 2006.
Il sito ufficiale dell lungometraggio è: www.disney.go.com
Mentre la controparte italiana (identica a quella usa) è:
www.disney.it
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