|
GHOST
IN THE SHELL 2:
L'ATTACCO DEI CYBORG
(GITS2: Innocence - 2004)
(lungometraggio
d'animazione)
Regia di: Mamoru Oshii
Storia di: Masamune Shirow (manga)
Sceneggiato da: Mamoru Oshii
Produzione: Mitsuhisa Ishikawa, Toshio Suzuki
Realizzazione: Production IG
Tagline: When machines learn to feel, who decides what
is human...
Edizione italiana: Eagle Pictures
USCITA ITALIANA: 4 AGOSTO 2006
Era il 1995 quando veniva presentato a Venezia il primo
lungometraggio animato della storia del festival lagunare
"Ghost in the Shell" (1995). La produzione ora (di
Innocence) come di allora è affidata allo studio Production
IG, già autori tra l'altro di "Patlabor"
1 e 2, "Jin-roh" e anche dello splendido corto animato
contenuto all'interno del film di Tarantino "Kill Bill
vol.1". Ma tra le co-produzioni di questo secondo capitolo
troviamo anche lo Studio Ghibli, dunque studi di grande caratura
se non bastasse da solo il nome Oshii. Il regista giapponese
da il meglio di se in questa nuova trasposizione di un capitolo
della profonda, quanto incompiuta, saga cyber-punk del grande
disegnatore Masamune Shirow. E il risultato è un viaggio
all'interno di un universo inquietante e affascinante allo
stesso tempo.
La
storia è ambientata nell'anno 2032, anni in cui cyborg
e umani convivono insieme. Il detective Batou della sezione
9 della Polizia, sta indagando su degli efferati omicidi.
L'elemento in comune sulle scene del crimine è sempre
lo stesso: la presenza di una Genoide, un androide creato
per appagare i desideri sessuali del proprio padrone, in questo
caso trovato brutalmente massacrato a suo fianco. Androidi
imputati dell'omicidio che, controvertendo la terza legge
della robotica, optano alla fine per l'autodistruzione. Batou
comunque riesce nell'intento di catturare una di queste prima
della loro ultima mossa, così da poterla studiare.
Ma la mente del detective va sempre alla sua ex collega, il
maggiore Kusanagi, che poco tempo addietro aveva scelto di
abbandonare il suo corpo per trasferire la propria anima sulla
rete. Con il suo nuovo collega, Batou si troverà a
cercare le risposte per la soluzione del caso, e a dare la
caccia ai fantasmi del suo passato.
Oshii
firma la sua nuova opera portando sullo schermo le gesta che
gli avevano valso un importante fetta della sua popolarità,
soprattutto nel mercato occidentale: un nuovo capitolo della
saga di "Ghost In The Shell". Se il primo è
tratto dai volumi 1, 3, 9 e 11 dei manga originali di Shirow,
questo nuovo episodio si ispira a "Rondo", il volume
numero 6. Entrambi i lungometraggi sono diretti con il medesimo
stile, lo stesso tocco, medesimi tempi di svolgimento. Mancano
certamente le gesta del maggiore, al centro del primo episodio,
ma ritroviamo un Batou carismatico quanto cupo e introverso.
Questa volta il regista può dare sfogo a tutta la sua
creatività gestendo le scene da qualsiasi punto di
vista, e con ogni movimento, grazie all'apporto delle animazioni
in CGI. Il risultato è un esperienza visiva come poche.
La sceneggiatura pone i protagonisti di fronte ad un nuovo
caso, ma nel contempo anche davanti alle stesse domande, gli
stessi interrogativi su moralità, esistenza e realtà,
in un mondo in cui la propria anima si trova intrappolata
tra carne e circuiti.
Tecnicamente
il lungometraggio mischia sapientemente animazioni tradizionali
2D a elementi modellati in 3D. Le animazioni tradizionali
portano la firma inconfondibile di Hiroyuki Okiura, già
disegnatore e supervisore alle animazioni del primo lungometraggio:
fluidità e sequenze superlative senza nessuna forma
di eccedenza o deformazione nei tratti. La colorazione è
prevalentemente piatta e pulita con tinte cromatiche che passano
quasi da monocromie a psichedeliche tra ambienti e modelli
animati. Ma è l'uso di alti contrasti, delle tinte
e delle ambientazioni scure a creare l'atmosfeta adatta. La
maggior parte delle scene sono dirette su ambienti modellati
in
3 dimensioni, poche altre riportano degli scenari disegnati
a mano. I modelli sono molto curati e non si sprecano i poligoni,
soprattutto per le scene aeree o quelle della parata (nominata
"Festival"), scena quest'ultima creata anche da
Atsuchi Takeuchi e che ha richiesto un anno per la realizzazione
dei suoi 5 minuti di animazioni. Takeuchi progettista e mecha
designer (i mezzi meccanici) dei bellissimi modelli realizzati
per il lungometraggio. Unica eccezione sono le auto. Oshii
ha optato per modelli anni '60 o '70, scelta stilistica degna
di nota in ambientazioni fantascientifiche. Il risultato della
combinazione delle diverse tecniche d'animazione, unita all'uso
del filtro cell-shading, è molto suggestivo, una gioia
per gli occhi sia nei momenti stativi che in quelli d'azione.
Ultimo
aspetto, ma non meno importante, sono le musiche. Assistendo
alla proiezione del primo "Ghost In The Shell" non
si può rimanere che affascinato difronte alla sua splendida
colonna sonora e ai temi che guidano la storia dalla sigla
alla chiusura del lungometraggio. Per questo nuovo capitolo
il compositore Kenji Kawai (autore delle musiche di entrambi
i lungometraggi e di un po tutte le produzioni firmate Oshii)
ha rivisitato sapientemente il tema principale, ampliando
l'atmosfera del coro etnico a tre voci usata per il primo
capitolo a un più maestoso coro composto da 75 elementi.
Queste scelte, un po come gli ambienti e i temi trattati nella
sceneggiatura, legano molto entrambi le produzioni. Infatti
sembra proprio di assistere alla rivisitazione dello stesso
lungometraggio, portato magnificamente sullo schermo grazie
a nuove tecniche d'animazione. Un sequel ma non nell'anima
dello script. Un limbo in cui a smarrirsi è stato proprio
il suo autore Shirow, seguito a ruota da Oshii.
"L'Attacco
dei Cyborg" è un anime di altissimo livello, come
pochi prodotti nella terra del sol levante. Una produzione
realizzata pensando al mercato occidentale, un po come successo
per la prima pellicola. Il target è certamente un pubblico
adulto, amanti o meno del cinema cyber-punk, pronto ad essere
guidato all'interno di un universo che non può non
affascinare e inquietare allo stesso tempo. I quesiti di ordine
morale e filosofico risultano attuali e pessimistici anche
se presentati nell'involucro del mondo degli androidi. La
parte visiva poi strabilia in ogni momento. Dalle scene d'azione
realizzate con tratto veloce, alla maestosità del Festival
dei carri nella seconda parte del lungometraggio. Un approccio
differente al mondo del cinema animato, dedicato e consigliato
anche a chi diserta queste visioni.
Di
nota ovunque il volto del bassotto, il cane del detective
Batou. In realtà si tratta di Gabriel, il bassotto
del regista Oshii che non manca di inserire in ogni sua pellicola.
"Innocence", arrivato in Italia con il nome de "L'Attacco
dei Cyborg", è il primo anime a essere entrato
in lizza per la Palma d'Oro a Cannes. E’ il secondo film di
animazione ad essere prodotto da Go Fish Picture, una divisione
di Dreamworks Pictures.
Nel nostro paese il prodotto è stato curato da Passworld
e distribuito dalla Eagle Pictures. Nelle sale è arrivato
il 4 agosto 2006 mentre in dicembre la versione in DVD con
un pulitissimo video in 16:9 e un ottimo audio disponibile
sia in DTS che Dolby Digital 5.1. Tra gli extra l'audio originale,
quello in lingua inglese e il commento del regista e del supervisore
all'animazione.
Si ringrazia Passworld per aver reso possibile questo articolo.
Lo spazio web allestito dalla Eagle Pictures in italiano:
www.eaglepictures.it
Informazioni su Innocence al sito ufficiale: www.innocence-movie.jp.
Specifiche tecniche e materiale di realizzazione sul: www.production-ig.co.jp
|