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I
FIGLI DELLA PIOGGIA
(Les Enfants de la Pluie - 2003)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Philippe Leclerc
Sceneggiatura di: Philippe Caza
Da una storia di: Serge Brussolo
Produttore: Leon Zurata
Produzione: Belokan Productions e Hahn Shin Corporation
Edizione Italiana: Mikado
Una produzione travagliata. Una firma
tutta europea. Un'ottima sceneggiatura. "I Figli della Pioggia" è questo
e molto altro. Si, perchè dietro al lungometraggio franco-coreano si
celano tante realtà, a partire dalla storia, dagli scenari che mescolano
sapientemente fantastico e mitologico e da uno stile tutto personale
per disegnare ad 'oc un interno mondo e i suoi personaggi. Anche l'occhio
italiano che si è interessato alla pellicola è uno tra i migliori (distributori):
la Mikado, sempre lungimirante, che porta nella nostra penisola soltanto
ottime produzioni.
La
storia è ambientata in un mondo fantastico, popolato da enormi draghi,
strani uccelli volanti e due popoli - umanoidi - completamente opposti
l'uno all'altro. Il racconto inizia dalla creazione di questo mondo,
con la divisione in due parti del drago che regola la vita e ogni cosa
di questo mondo, il tutto a causa di un perfido ladro di anime. Da questo
momento in poi il popolo figlio di questo mondo vivrà secondo due leggi
distinte che legherà un popolo agli antipodi dell'altro. Così gli Hydross
e i Pyross saranno indissolubilmente legati i primi all'acqua e i secondi
al fuoco, da sempre in lotta con l'elemento opposto che causa loro atroci
dolori e morte. La storia inizia parlando del popolo dei Pyross, chiusi
nella loro città fortificata, delle loro giornate tipo, tra gli allevatori,
i manovali e il popolo in genere alternato ai nobili, ai guerrieri intenti
negli allenamenti e ai loro scudieri. La storia vedrà protagonista il
giovane Skan, scudiero Pyross indisciplinato e la bella Kallisto, giovane
Hydross, battersi contro il male per un mondo in cui i due popoli possano
coesistere insieme.
Che
la Francia abbia un occhio più attento al mondo dell'animazione è risaputo.
Che oltre alla passione metta insieme un buon gruppo per la realizzazione
di ottimi prodotti un pò meno. Nomi che nel nostro paese dicono poco,
comunque, in terra natia sono abbastanza conosciuti; e con questo parlo
di René Laloux, animatore e regista, che per primo ha creduto alla potenzialità
di questa storia e ha trascorso più di un decennio a cercare i finanziamenti
giusti per realizzare il lungometraggio. Alla fine la macchina si mette
in movimento, ma al posto di Laloux spuntano i nomi di Philippe Leclerc
e Philippe Caza (i tre insieme avevano collaborato a "Gandahar"). Leclerc
cura una buona regia, senza pretese e molto pulita, senza eccessivi
moviementi di camera, per meglio poter apprezzare gli splendidi fondali.
Philippe Caza, noto cartoonist, cura invece il design dell'intero film,
proponendo dei personaggi un pò spigolosi, ma certamente lontani dagli
stili americani e nipponici. Il risultano è molto originale e le animazioni
sono di ottima fattura. I colori della prima parte del film hanno toni
rossi, arancio e marroni, molto caldi e che alla fine potrebbero risultare
cupi. Ma a svegliare il tutto ci pensano i colori della terra degli
Hydross, con toni di blu e verdi a sottolineare un ottimo contrasto
con i primi utilizzati per il mondo dei Pyross.
Ho
prima accennato ai fondali, ottimi per realizzazione, che strizzano
l'occhio allo stile di Moebius, ma certo non spettacolari, sempre adatti
a sottolineare le desolazioni delle terre dei Pyross, mentre più caratterizzate
risultano quelle per il mondo degli Hydross. La sceneggiatura, tra l'altro
rivista rispetto alla storia di Brussolo e alla sceneggiatura preparata
da Laloux, è curata sempre da Caza. La storia dell'amore impossibile,
che ricorda molto la celebre creazione shakesperiana, si presenta lineare
e scorrevole. Non sono presenti intermezzi umoristici e demenziali (Disney
style per intenderci) mentre il tutto scorre su piste più inerenti agli
action-movie - giallo - poetico - riflessivo. Si perchè "I Figli della
Pioggia" nasconde sotto anche un forte tema politico-culturale, una
bella morale impegnata che moltissimi lungometraggi simili neanche concepiscono.
La storia scorre bene e veloce, forse un pò troppo ottimista e smielata,
ma il tutto a discapito dei personaggi, un po dimenticati e poco approfonditi
caratterialmente. Ultimo, ma non meno importante, il reparto sonoro,
che ha svolto un ottimo lavoro. Le musiche e gli arrangiamenti di Didier
Lockwood sono ottime e il tutto è supportate da un'intera orchestra
e dei suggestivi cori.
"I
Figli della Pioggia" è uscito a metà 2003 in Francia e agli inizi del
2004, quasi in sordina, in Italia sotto l'occhio vigile della Mikado,
non uova a queste imprese in campo animato, riuscendo, come esempio,
a portare il bellissimo "Spirited Away" del maestro Miyazaki. Dunque
alla scarsa distribuzione delle copie nei cinema, supportate da poca
promozione, dalle scelte dei proprietari di videoteche che preferiscono
i blockbuster a questi titoli, le visioni di queste pellicole sono spesso
rilegate ai passaggi in pay tv e tv. Comunque un titolo che consiglio
di vedere almeno una volta, una visione lontana, per stile e storia,
dai canoni che gli studios più importanti (e potenti) propongono.


Per altre informazioni (in francese), trailer e giochi il sito ufficiale
è: www.mk2.com/enfants
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