13-07-2011

Pinocchio di Enzo D'Alò compare su Il Giornalino

Siamo stati sicuramente tra i primi a parlarne, oltre un anno fa [news], e finalmente possiamo dare un occhiata al nuovo progetto del regista partenopeo Enzo D'Alò: Pinocchio, Il Film.


L'autore e regista de La Gabbianella e il Gatto (1998) e Opopomoz (2003) è uno degli ultimi baluardi italiani dell'animazione più classica, quella dei disegni a mano e poca intrusione di computer grafica.

Co-prodotto da Iris Productions (Lussemburgo), 2d3D Animations (Francia), Walking The Dog (Belgio) e Cometa Film (Italia), il progetto è scritto dallo stesso D'Alò insieme a Umberto Marino. Le musiche saranno scritte da Lucio Dalla e la direzione artistica sarà di Lorenzo Mattotti, già al lavoro sulla storia di Collodi in versione illustrata per bambini.

Il Giornalino su unisce ai festeggiamenti per i 130 anni di Pinocchio con servizi sulla storia dell'opera. Ma la particolarità è proprio la copertina (a lato), ovvero un anteprima di Pinocchio, Il Film, programmato per arrivare nei cinema italiani la prossima primavera, con una breve intervista all'autore che riportiamo di seguito.

Da quando ci stai lavorando?

«Realizzare un Pinocchio tutto made in Italy, molto fedele allo spirito originario del racconto di Collodi, è un sogno che ho nel cuore da tanto tempo. Nel 2000 avevo realizzato un primo episodio "pilota" grande Lorenzo Mattotti, illustratore italiano di fama internazionale. Ma poi è arrivato il Pinocchio di Benigni e il progetto è naufragato. Ora invece ci siamo proprio!».

Che Pinocchio sarà il tuo?

«Pieno di sorprese e molto incentrato sul rapporto padre figlio: io credo che Collodi, che di figli suoi non ne ha avuti, abbia messo molto di sè nella figura di Geppetto, e che il suo burattino sia stato per lui davvero come un figlio. Penso che il momento più bello di tutta la storia sia quando Pinocchio smette di essere solo il bambino che riceve, ma dona lui stesso aiutando il babbo in difficoltà nella pancia del pescecane».

Il grillo farà una brutta fine?

"Rimarrà un pò nel vago così come il finale: è meglio restare burattino o trasformarsi in qualcosa d'altro? Mi piacerebbe che i ragazzi si interrogassero su questo aspetto, che scegliessero loro l'esito che preferiscono. Con i miei film mi piace intrattenere, divertire, ma anche far riflettere".

Perchè in Lussemburgo?

"Si tratta di una coproduzione tra Francia, Belgio, Lussemburgo e Italia, quindi le varie fasi della lavorazione, che coinvolgono oltre 120 persone, si svolgono in questi Paesi. Entro l'autunno finiremo i disegni (in tutto saranno circa 200.000!) e poi penseremo a trovare le voci giuste per i dialoghi e le canzoni. E Pinocchio dovrà avere la voce di un bambino!".

Che ruolo avranno le canzoni?

"Quelle ci sono già e sono state scritte da Lucio Dalla. Sette canzoni che si inseriscono nel flusso del racconto, e che saranno cantate dagli stessi attori che doppiano i personaggi. I disegnatori devono adattare i movimenti della bocca, la gestualità del viso a quello che i personaggi dicono o cantano. Un lavoro molto complesso. E per la prima volta in un'animazione tradizionale, tutto è stato fatto in digitale".

Il tuo Pinocchio farà... il giro del mondo?

"Ce lo auguriamo. E abbiamo anche previsto che tutte le canzoni saranno cantate nella lingua di ogni Paese in cui il film arriverà".



[ Fra - fonte AfNews ]

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