L ILLUSIONISTA. (L'Illusionniste - 2010)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Sylvain Chome
Sceneggiatura di: Sylvain Chomet
Storia originale di: Jacques Tati
Prodotto da: Sally Chomet, Bob Last
Produzione: Django Films, Ciné B, France 3 Cinéma, Canal+, CinéCinéma, France 3
Animazioni: Django Films
Edizione Italiana: Sacher
USCITA ITALIANA: 29 OTTOBRE 2010
La magia di Jaques Tati riprende vita per mano di un'altro genio, ma dei nostri tempi: Sylvain Chomet. L'animatore e regista francese, ormai trasferitosi in terra inglese, rispolvera una storia stupenda quanto triste per il suo ritorno sulle scene, 7 anni dopo quel capolavoro quale "Appuntamento a Belleville" che gli valse una nomination all'Oscar, ribadendo che, a dispetto del dominio delle animazioni CGI, l'animazione classica è lontano dall'essere morta.
I tempi, si sà, cambiano, e le sorti delle popolarità di mode e personaggi sono inclini a tali cambiamenti. Questo è quello che deve subire un noto illusionista, al centro dell'attenzione fino a metà degli anni cinquanta. Ma proprio in questi giorni il suo palcoscenico va riducendosi a favore delle rock-band emergenti che conquistano sempre più pubblico, specialmente quello dei più giovani. L'illusionista dunque si vedrà costretto ad esibirsi su palcoscenici sempre più mediocri. Ma un giorno, a cambiare per sempre la sua vita, ci sarà l'incontro con una giovane ragazza che rimarrà ammaliata dai suoi trucchi, dalle sue gesta, così come dalla sua vita lontano dalle piccole realtà di provincia, tanto che deciderà di abbandonare tutto e seguirlo.
Anche se con i piedi ben piantati nel nuovo millennio, Chomet riserva alla parola una posizione relativamente piccola sul suo palcoscenico, a differenza della mimica, unico e grande protagonista di questa sua impresa, cui la storia si appoggia pienamente. Una scrittura semplice e geniale allo stesso tempo, con scene che sembrano sospese in tempi infiniti tra un azione e l'altra; quegli sguardi posti su scenari come le città, i piccoli paesini o gli squarci di campagna che collegano puntualmente una scena e la successiva. Alcuni dialoghi addirittura sono soltanto una sfilza di "bla, bla, bla" tanto è palese l'argomentazione cui le parole risulterebbero superflue.
Questa forza espressiva ha certamente un alleato unico: le immagini. I disegni e gli stili imposti da Chomet calzano appieno le tematiche di Tati e le ambientazioni temporali delle sue opere, sembrando allo stesso tempo attuali come non mai. Le scelte cromatiche sono poi superlative. Pochissimi i colori veramente brillanti, molti invece i colori autunnali e invernali della campagna inglese con un cielo quasi sempre nuvolo, dello stesso mare cui il blu è sempre più tendente al turchese scuro, della Francia di metà secolo scorso con le insegne al neon ingiallite, come a voler sottolineare l'età della pellicola proprio a partire dalle sue immagini. Le animazioni portano poi l'inconfondibile firma del regista francese. Una qualità praticamente assoluta in questo settore, in totale contro tendenza rispetto alle animazioni in CGI sempre più abusate in questi anni, anche se utilizzate in piccole porzioni da Chomet stesso per animare più facilmente veicoli e pochi altri elementi, che poi ovviamente filtra per renderli bidimensionali.
La regia pulita e lineare con inquadrature fisse nella quasi totalità delle scene ne fanno un prodotto confezionato con cura, diretto certamente ad un pubblico adulto. Le nuove generazioni sono sempre più bombardate da effetti speciali e lunghe sceneggiature e, dunque, poco inclini a narrazioni più "fisiche" come questa. Ancor più rari gli esempi in campo animato. "L'Illusionista" è uno di quei pochi ad avventurarsi in questo campo e con risultati molto soddisfacenti. Un opera tanto piccola quanto unica, intima. Una commedia sincera e amara, con personaggi mai banali e ben delineati. Una visione consigliata e una valida e breve alternativa alle pellicole d'animazione CGI cui il mercato trabocca.
Realizzato con un budget di 11 milioni di sterline, il lungometraggio è uscito a metà Giugno 2010 in Francia e Belgio, per arrivare il 29 Ottobre in Italia sotto etichetta Sacher Distribuzione dopo esser passato da numerosi festival cinematografici. Originalmente ambientato a Praga da Tati, è stato spostato ad Edimburgo da Chomet, città in cui vive e lavora da quasi un decennio. Cambiato anche l'animale del cilindro: il coniglio scelto da Chomet era originalmente una gallina per Tati.
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(L'Illusionniste - 2010)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Sylvain Chome
Sceneggiatura di:
Sylvain Chomet
Storia originale di:
Jacques Tati
Prodotto da:
Sally Chomet, Bob Last
Produzione:
Django Films, Ciné B, France 3 Cinéma, Canal+, CinéCinéma, France 3
Animazioni:
Django Films
Edizione Italiana:
Sacher
USCITA ITALIANA: 29 OTTOBRE 2010
La magia di Jaques Tati riprende vita per mano di un'altro genio, ma dei nostri tempi: Sylvain Chomet. L'animatore e regista francese, ormai trasferitosi in terra inglese, rispolvera una storia stupenda quanto triste per il suo ritorno sulle scene, 7 anni dopo quel capolavoro quale "Appuntamento a Belleville" che gli valse una nomination all'Oscar, ribadendo che, a dispetto del dominio delle animazioni CGI, l'animazione classica è lontano dall'essere morta.
I tempi, si sà, cambiano, e le sorti delle popolarità di mode e personaggi sono inclini a tali cambiamenti. Questo è quello che deve subire un noto illusionista, al centro dell'attenzione fino a metà degli anni cinquanta. Ma proprio in questi giorni il suo palcoscenico va riducendosi a favore delle rock-band emergenti che conquistano sempre più pubblico, specialmente quello dei più giovani. L'illusionista dunque si vedrà costretto ad esibirsi su palcoscenici sempre più mediocri. Ma un giorno, a cambiare per sempre la sua vita, ci sarà l'incontro con una giovane ragazza che rimarrà ammaliata dai suoi trucchi, dalle sue gesta, così come dalla sua vita lontano dalle piccole realtà di provincia, tanto che deciderà di abbandonare tutto e seguirlo.
Anche se con i piedi ben piantati nel nuovo millennio, Chomet riserva alla parola una posizione relativamente piccola sul suo palcoscenico, a differenza della mimica, unico e grande protagonista di questa sua impresa, cui la storia si appoggia pienamente. Una scrittura semplice e geniale allo stesso tempo, con scene che sembrano sospese in tempi infiniti tra un azione e l'altra; quegli sguardi posti su scenari come le città, i piccoli paesini o gli squarci di campagna che collegano puntualmente una scena e la successiva. Alcuni dialoghi addirittura sono soltanto una sfilza di "bla, bla, bla" tanto è palese l'argomentazione cui le parole risulterebbero superflue.
Questa forza espressiva ha certamente un alleato unico: le immagini. I disegni e gli stili imposti da Chomet calzano appieno le tematiche di Tati e le ambientazioni temporali delle sue opere, sembrando allo stesso tempo attuali come non mai. Le scelte cromatiche sono poi superlative. Pochissimi i colori veramente brillanti, molti invece i colori autunnali e invernali della campagna inglese con un cielo quasi sempre nuvolo, dello stesso mare cui il blu è sempre più tendente al turchese scuro, della Francia di metà secolo scorso con le insegne al neon ingiallite, come a voler sottolineare l'età della pellicola proprio a partire dalle sue immagini. Le animazioni portano poi l'inconfondibile firma del regista francese. Una qualità praticamente assoluta in questo settore, in totale contro tendenza rispetto alle animazioni in CGI sempre più abusate in questi anni, anche se utilizzate in piccole porzioni da Chomet stesso per animare più facilmente veicoli e pochi altri elementi, che poi ovviamente filtra per renderli bidimensionali.
La regia pulita e lineare con inquadrature fisse nella quasi totalità delle scene ne fanno un prodotto confezionato con cura, diretto certamente ad un pubblico adulto. Le nuove generazioni sono sempre più bombardate da effetti speciali e lunghe sceneggiature e, dunque, poco inclini a narrazioni più "fisiche" come questa. Ancor più rari gli esempi in campo animato. "L'Illusionista" è uno di quei pochi ad avventurarsi in questo campo e con risultati molto soddisfacenti. Un opera tanto piccola quanto unica, intima. Una commedia sincera e amara, con personaggi mai banali e ben delineati. Una visione consigliata e una valida e breve alternativa alle pellicole d'animazione CGI cui il mercato trabocca.
Realizzato con un budget di 11 milioni di sterline, il lungometraggio è uscito a metà Giugno 2010 in Francia e Belgio, per arrivare il 29 Ottobre in Italia sotto etichetta Sacher Distribuzione dopo esser passato da numerosi festival cinematografici. Originalmente ambientato a Praga da Tati, è stato spostato ad Edimburgo da Chomet, città in cui vive e lavora da quasi un decennio. Cambiato anche l'animale del cilindro: il coniglio scelto da Chomet era originalmente una gallina per Tati.