SHREK E VISSERO FELICI E CONTENTI. (Shrek Forever After - 2010)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Mike Mitchell
Sceneggiatura di: Josh Klausner, Darren Lemke
Prodotto da: Teresa Cheng, Gina Shay
Produzione: DreamWorks Animation, Pacific Data Images
Animazioni: DreamWorks Animation
Edizione Italiana: Universal Pictures
USCITA ITALIANA: 25 AGOSTO 2010
La DreamWorks Animation, come promesso molti anni fa, presenta il quarto capitolo con cui si concludono le vicende dell'orco verde ormai conosciuto in tutto il mondo. Il difficile compito di traghettare i protagonisti verso il tanto ambito "vissero felici e contenti" viene affidato a Mike Mitchell, regista del live-action per famiglie "Sky High" (2005), con una storia che rimescola le carte in tavola nel regno di Molto Molto Lontano.
La storia inizia dal finale dell'ultimo titolo, quella vita tanto tranquilla in compagnia di amici e prole che sembra stare stretta a Shrek. La mente dell'orco infatti è sempre proiettata ai suoi giorni da scapolo nella sua amata e tranquilla palude. Ma un giorno a Shrek si presenta l'innocuo Tremotino, un mago che gli propone di ritornare alla sua vecchia vita per un giorno a patto di firmare un contratto. L'orco, vista la prospettiva, non perde alcun tempo a leggere la pergamena che si trova sotto mano e firma inconsapevole dei rischi. La trappola, così come si rivela essere, porterà l'orco in un altra dimensione, un luogo in cui lui non ha mai incontrato i suoi amici, così come la sua amata Fiona e, soprattutto, dimensione in cui il regno di Molto Molto Lontano è governato dal crudele Tremotino, autoproclamatosi Re.
Il regista ha molto da imparare dai precedenti capitoli, capaci di incassare cifre astronomiche anche per questo settore. Ma era inevitabile che tutta la verve di cui i primi erano carichi quì è molto ridotta, addirittura già a livelli minimi nel terzo episodio. Tutto si rifà alle origini della serie vera e propria, ovvero la presa in giro alle più classiche favole perbuoniste con cui ogni bambino cresce. E prendendo in considerazione questo obbiettivo i primi due capitoli sono delle vere opere d'arte; il problema nasce subito dopo. Tutto quello che c'era da raccontare era stato raccontato e ogni personaggio era arrivato alla propria maturazione. L'unica cosa che rimaneva da fare era concepire delle storie più o meno lineari legati ai personaggi principali, capaci di incappare in imprevisti di qualche genere.
Con questo presupposto sono arrivati anche gli ultimi capitoli. Lasciando da parte quell'umorismo sottile, pungente che ne aveva fatto la fortuna, ci troviamo davanti ad una storia che se scritta per dei personaggi nuovi di zecca avrebbe dato il medesimo risultato. Nuovo arrivato è soltanto il mago Tremotino, a cui sono legati gli unici flashback, diretti al primo capitolo della saga, quel "Shrek" in cui tutto ebbe inizio, in cui i genitori di Fiona avevano incontrato il piccolo mago che aveva proposto loro un patto per salvare la figlia, all'epoca ancora rinchiusa nella torre. Questo l'unico collegamento con il passato. Ma la storia qui narrata si sviluppa comunque in maniera troppo veloce, troppo affrettata. Il protagonista ha soltanto 24 ore a disposizione per riprendere i contatti con tutti i comprimari e sconfiggere il cattivo.
Passando alla parte visuale, questa risulta uno degli aspetti migliori del titolo. Gli artisti della PDI sanno il fatto loro e lo dimostrano curando ogni particolare. Tra i tanti possiamo citare la simulazione del fango come di altri elementi speciali, una vera chicca riservata ai tecnici del settore. Vista poi la conversione in stereoscopia della pellicola, sono state aggiunte ed esaltate alcune scene d'azione, ed esasperati alcuni movimenti di camera dedicate proprio all'esperienza della visione in 3D. Fattori risultanti alla fine un po eccessivi.
Il risultato finale è una buona storia, lineare, con qualche buona batta, anche se sviluppata forse con troppa velocità, ma soprattutto un titolo che lascia un po d'amaro se si guarda indietro ai primi e migliori capitoli della saga. Un addio, quello all'Orco verde e ai suoi amici, non dei migliori che gli studios potessero dedicargli, che non aggiunge niente di nuovo alla saga, anzi, lascia tutto invariato proprio come il terzo episodio concludeva e questo quarto iniziava. Si spera soltanto che i capitoli spin-off programmati ("Il Gatto con gli Stivali" il primo) riescano a ritrovare la verve umoristica perduta.
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(Shrek Forever After - 2010)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Mike Mitchell
Sceneggiatura di:
Josh Klausner, Darren Lemke
Prodotto da:
Teresa Cheng, Gina Shay
Produzione:
DreamWorks Animation, Pacific Data Images
Animazioni:
DreamWorks Animation
Edizione Italiana:
Universal Pictures
USCITA ITALIANA: 25 AGOSTO 2010
La DreamWorks Animation, come promesso molti anni fa, presenta il quarto capitolo con cui si concludono le vicende dell'orco verde ormai conosciuto in tutto il mondo. Il difficile compito di traghettare i protagonisti verso il tanto ambito "vissero felici e contenti" viene affidato a Mike Mitchell, regista del live-action per famiglie "Sky High" (2005), con una storia che rimescola le carte in tavola nel regno di Molto Molto Lontano.
La storia inizia dal finale dell'ultimo titolo, quella vita tanto tranquilla in compagnia di amici e prole che sembra stare stretta a Shrek. La mente dell'orco infatti è sempre proiettata ai suoi giorni da scapolo nella sua amata e tranquilla palude. Ma un giorno a Shrek si presenta l'innocuo Tremotino, un mago che gli propone di ritornare alla sua vecchia vita per un giorno a patto di firmare un contratto. L'orco, vista la prospettiva, non perde alcun tempo a leggere la pergamena che si trova sotto mano e firma inconsapevole dei rischi. La trappola, così come si rivela essere, porterà l'orco in un altra dimensione, un luogo in cui lui non ha mai incontrato i suoi amici, così come la sua amata Fiona e, soprattutto, dimensione in cui il regno di Molto Molto Lontano è governato dal crudele Tremotino, autoproclamatosi Re.
Il regista ha molto da imparare dai precedenti capitoli, capaci di incassare cifre astronomiche anche per questo settore. Ma era inevitabile che tutta la verve di cui i primi erano carichi quì è molto ridotta, addirittura già a livelli minimi nel terzo episodio. Tutto si rifà alle origini della serie vera e propria, ovvero la presa in giro alle più classiche favole perbuoniste con cui ogni bambino cresce. E prendendo in considerazione questo obbiettivo i primi due capitoli sono delle vere opere d'arte; il problema nasce subito dopo. Tutto quello che c'era da raccontare era stato raccontato e ogni personaggio era arrivato alla propria maturazione. L'unica cosa che rimaneva da fare era concepire delle storie più o meno lineari legati ai personaggi principali, capaci di incappare in imprevisti di qualche genere.
Con questo presupposto sono arrivati anche gli ultimi capitoli. Lasciando da parte quell'umorismo sottile, pungente che ne aveva fatto la fortuna, ci troviamo davanti ad una storia che se scritta per dei personaggi nuovi di zecca avrebbe dato il medesimo risultato. Nuovo arrivato è soltanto il mago Tremotino, a cui sono legati gli unici flashback, diretti al primo capitolo della saga, quel "Shrek" in cui tutto ebbe inizio, in cui i genitori di Fiona avevano incontrato il piccolo mago che aveva proposto loro un patto per salvare la figlia, all'epoca ancora rinchiusa nella torre. Questo l'unico collegamento con il passato. Ma la storia qui narrata si sviluppa comunque in maniera troppo veloce, troppo affrettata. Il protagonista ha soltanto 24 ore a disposizione per riprendere i contatti con tutti i comprimari e sconfiggere il cattivo.
Passando alla parte visuale, questa risulta uno degli aspetti migliori del titolo. Gli artisti della PDI sanno il fatto loro e lo dimostrano curando ogni particolare. Tra i tanti possiamo citare la simulazione del fango come di altri elementi speciali, una vera chicca riservata ai tecnici del settore. Vista poi la conversione in stereoscopia della pellicola, sono state aggiunte ed esaltate alcune scene d'azione, ed esasperati alcuni movimenti di camera dedicate proprio all'esperienza della visione in 3D. Fattori risultanti alla fine un po eccessivi.
Il risultato finale è una buona storia, lineare, con qualche buona batta, anche se sviluppata forse con troppa velocità, ma soprattutto un titolo che lascia un po d'amaro se si guarda indietro ai primi e migliori capitoli della saga. Un addio, quello all'Orco verde e ai suoi amici, non dei migliori che gli studios potessero dedicargli, che non aggiunge niente di nuovo alla saga, anzi, lascia tutto invariato proprio come il terzo episodio concludeva e questo quarto iniziava. Si spera soltanto che i capitoli spin-off programmati ("Il Gatto con gli Stivali" il primo) riescano a ritrovare la verve umoristica perduta.