TOTO SAPORE E LA MAGICA STORIA DELLA PIZZA

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(2003)
(lungometraggio d'animazione)

Regia di: Maurizio Forestieri
Sceneggiatura di: Paolo Cananzi, Umberto Marino
Ispirato da una storia di: Roberto Piumini

Prodotto da: Maria Fares
Produzione: Medusa Film
Animazioni: Lanterna Magica

Distribuzione: Medusa Film

Dalla magica penna di Umberto Marino, già autore dei lungometraggi "La Freccia Azzurra" (1996), "La Gabianella e il Gatto" (1998) e di "Aida degli Alberi" (2001), dal noto studio torinese rappresentante del cinema d'animazione della nostra penisola e dalle abili mani e menti di moltissimi artisti italiani arriva sugli schermi un magico racconto che narra la nascita di uno degli alimenti che più ci rappresenta nel mondo: la pizza.

La storia è ambientata nei colorati e pittoreschi vicoli di Napoli, nelle strade popolate dai venditori, dalla gente comune e dai canta storie. Totò sapore è il menestrello più conosciuto della città del golfo, vuoi per le felici note che porta tra la gente, vuoi per le magnifiche illusioni che crea loro nella descrizioni di prelibati piatti che di certo non riempiranno i loro stomaci. Ma all'interno del vicino vulcano, il Vesuvio, vive una strega invidiosa di tutta questa felicità e del povero Totò in particolare. La strega decide così di mandare il suo fido aiutante Vincenzone in città per consegnare delle pentole magiche a Totò e a combinare una serie di eventi che lo porteranno vicinissimo alla felicità e poi catapultato di nuovo in mezzo alla strada, lontano da amore, amici e dalla notorietà raggiunta alla corte dei regnanti di Napoli. Ma Totò è lontano dall'arrendersi e così ce la metterà tutta per realizzare i suoi sogni.

L'ennesimo lungometraggio prodotto dallo studio d'animazione torinese presenta una qualità tecnica decisamente superiore ai precedenti lavori e di certo più vicino ai canoni delle produzioni animate d'oltre oceano (Dreamworks e Disney). Alla base di tutto è presente uno staff con delle motivazioni convincenti; uno script funzionante e capate di appassionare sia un pubblico molto giovane che adulto. Questa volta la storia prende spunto proprio dalle tradizioni della nostra penisola e, dunque, già con delle motivazioni in più per poter conquistare un largo consenso. Lo script è stato concepito in italiano dall'inizio, rispetto all'inglese delle altre produzioni, per meglio calare i dialoghi nel pittoresco dialetto partenopeo. Vista poi la presenza di Lello Arena, Francesco Paolantoni e Mario Merola tra i doppiatori, non si poteva certo pensare ad una versione del lungometraggio privo di questo accento. Il character design ha curato l'aspetto di ogni personaggio presente nella storia, cercando di esplorarne il carattere, le paure, i sogni e ogni interazioni con gli altri. Tutti i personaggi sono stati disegnati da Maurizio Forestieri, ma per il personaggio di Pulcinella in particolare è stato chiamato in causa Lele Luzzati, noto illustratore, pittore e artista con decenni di esperienza alle spalle. Le animazioni risultano fluide e i registi non si risparmiano neanche per le numerose scene di azione, curate nei minimi dettagli e animate come se si disponesse di vere camere fluttuanti per i vicoli di Napoli. Uniche pecche vanno segnalate per la sincronizzazione labbiale non impeccabile e una regia che richiede molta attenzione agli spettatori, facendo susseguire ogni scena con una velocità impressionante, senza la presenza di attimi di calma per far respirare la storia.

Ho chiamato in causa Dreamworks e Disney perchè neanche Lanterna Magica si astiene dall'utilizzare i nuovi mezzi digitali. Il lungometraggio infatti vede una buona mistura di grafica 3D e 2D come nelle produzioni d'oltre oceano. Già dalle primissime immagini si assiste alla bellissima scena a volo d'uccello tra i vicoli della città interamente modellati in 3D e renderizzati tramite filtri di Cell Shading e poi tanti altri elementi, come la strega Vesuvia, realizzati dallo studio Chinatown di Milano. Altro elemento di rilievo sono gli splendidi fondali a cui ha prestato la sua grande esperienza Marcos Mateu Mestre, già autore di illustrazioni per "Balto" (1995), "Il Principe d'Egitto" (1998) e "La Strada per Eldorado" (2000). I Tecnici di Lanterna Magica hanno poi pensato a mettere insieme tutto il materiale, iniziando dalla digitalizzazione dei disegni realizzati in Italia, Spagna, Francia, Cina e Corea, dalle illustrazioni di sfondo e dagli inserti in CGI per ricreare tutto il lato visivo del lungometraggio. Passando invece alla parte audio su tutto spiccano i bellissimi brani scritti da Edoardo e Eugenio Bennato che costituiscono la perfetta colonna sonora dei colorati vicoli della città, ma anche di altri piccoli momenti della storia, come del brano interpretato dalla strega Vesuvia. Per il resto il film è ben seguito da ottime musiche che accompagnano ogni momento della storia. Sempre rimanendo in linea con le più grandi produzioni animate anche Totò Sapore si avvale di nomi di personaggi famosi che hanno prestato le loro voci ai personaggi della storia. Dai prima citati Lello Arena, fantastico nella parte di Pulcinella, al sorprendente Mario Merola, nella parte di Vincenzone, a Pietra Montecorvino, interprete di Vesuvia, e da Marco Vivio, nella parte di Totò. Ma il pezzo forte è di sicuro Francesco Paolantoni che interpreta tutte e 4 le pentole magiche, ognuna con un accento particolare, che Francesco trae direttamente dai suoi numerosi personaggi.

L'intero progetto ha visto in opera oltre 350 tra artisti e tecnici impegnati per 3 anni. 250.000 disegni a mano per le animazioni e oltre 1500 illustrazioni per le scenografie. Dietro la voce produzione e distribuzione troviamo la Medusa Film, di certo un grande nome in Italia, ma che non ha saputo (o creduto) promuovere in maniera adeguata il lungometraggio. Infatti Totò Sapore è uscito in poco più di 100 sale per un incasso complessivo della pellicola di appena 540 mila euro, certamente cifra inferiore al valore del progetto. E questo deve fare riflettere, pensando alle grandi campagne di promozione allestite dai distributori per le pellicole straniere, rispetto ai soldi spesi per far conoscere una produzione italiana di buon livello come questa.






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