TOY STORY. (Toy Story - 1995)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: John Lasseter
Sceneggiatura di: Joss Whedon, Andrew Stanton, Joel Cohen, Alec Sokolow
Storia di: John Lasseter, Pete Docter, Andrew Stanton, Joe Ranft
Prodotto da: Bonnie Arnold, Ralph Guggenheim
Produzione: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures
Animazioni: Pixar Animation Studios
Edizione Italiana: Buena Vista
USCITA ITALIANA: 22 MARZO 1996
Era il 1995 e il mondo si lustrava gli occhi difronte alla prima e lunga opera diretta ad un larghissimo pubblico e realizzata interamente con animazioni CGI. "Toy Story" inaugura un era, ma non solo. Le visioni di una mente geniale, di un pioniere del settore il cui nome era noto solo a tecnici ed appassionati di computer grafica, diventano realtà e convincono non solo il papà della Apple ma anche la grande "D" dei film animati per famiglie più nota al mondo. Ed è solo l'inizio.
La storia inizia in una cameretta per bambini. Andy è nel suo mondo costellato di giocattoli in cui la figura più importante è il cowboy Woody. Tra cappelli a tesa larga, pistole, banditi e donzelle in pericolo, i pomeriggi passano velocemente e alla fine i giocattoli ritornano sempre al loro posto, in attesa di un nuovo giorno. Ma appena Andy è lontano, a prendere veramente vita sono i giocattoli stessi, ognuno con il suo ruolo, nella piccola comunità che vive in quella casa. Ma in questi giorni due eventi sono tenuti sott'occhio: l'imminente trasloco e il compleanno del piccolo. E proprio quest'ultimo, quando viene anticipato, comincerà a creare scompiglio nella comunità a causa dei possibili nuovi giocattoli che si aggiungeranno ai presenti. Se poi ad essere in discussione è il ruolo di giocattolo preferito, le cose cominciano anche a complicarsi.
Il progetto di un lungometraggio interamente CGI era già da considerarsi ambizioso per la metà degli anni '90. Dalla mole di lavoro di modellazione, di animazione, degli infiniti tempi di renderizzazione delle immagini, il tutto era già visto come un utopia. Basti pensare che ogni frame ha richiesto dalle 4 alle 12 ore di calcolo (rendering) per essere realizzato. Ma la Pixar aveva gli uomini giusti e la tecnologia giusta. Ancora oggi gli appassionati ricordano l'entusiasmo per le proiezioni al Siggraph dei primi corti CGI di Lasseter & Co., dunque un lavoro su larga scala era da considerarsi dietro l'angolo. La tecnologia cresceva e i software messi appunto dal team che Steve Jobs comprò da George Lucas (ILM) cominciava a dare buoni frutti (Renderman su tutti!), e John aveva anche l'idea giusta per la storia.
Si perchè alla Pixar lo hanno capito già dai primi progetti che senza una buona storia da raccontare non si va da nessuna parte. Se poi aggiungiamo che tra i principali crediti di "Toy Story" possiamo annoverare nomi come Andrew Stanton, Pete Docter, Joe Ranft e Joel Cohen la cosa oggi ci potrebbe apparire già vincente. Ma eravamo soltanto agli inizi degli anni '90 e tutto era ancora da scrivere. Lasseter aveva già mostrato interessi per giocattoli e affini nei suoi precedenti cortometraggi, e realizzare un intero film dal punto di vista di questi ultimi aveva convinto anche la Disney che gli aveva affidato un budget di circa 30 milioni di dollari.
Ma oltre alla storia alla base del progetto, erano le idee della direzione che questo doveva prendere che suonavano di rivoluzione, almeno per il mondo occidentale. Si, perchè Lasseter e soci, grandi appassionati di animazione orientale, hanno pensato bene di puntare ad un pubblico giovane, ma di strizzare l'occhio anche al pubblico adulto. Il risultato è una storia piacevole, mai scontata, con un umorismo eccezionale e dei sentimenti veri, anche se legati a personaggi fatti di plastica e poco altro. Anche se la qualità grafica ad oggi risulterebbe eccessivamente semplice, il titolo riesce a entusiasmare e divertire proprio come fece nel giorno della sua uscita nei cinema. Tra l'altro rinunciano anche a sviluppare una classica commedia-musical tanto cara alla casa di Topolino.
Nessun film Disney infatti aveva mai raggiunto tali vette, riuscendo a divertire i più piccoli con personaggi azzeccati, ben caratterizzati e mimiche perfette e intrattenere un adulto divertendolo dall'inizio alla fine. Anche la controparte, il cattivo di turno risulta realisticamente cattivo, al limite all'eccesso contro i poveri giocattoli. Il pubblico più giovane è rappresentato da Andy e da tutti i suoi coetanei, ma i giocattoli hanno una personalità fin troppo adulta, fino ai soldatini che si comportano veramente da soldati, con tutte le battute, le allusioni e i doppi sensi chiaramente indirizzati ad un pubblico adulto. Non solo dunque il primo titolo full-leight CGI della storia del cinema, ma anche un ottimo esempio di paragone per tutti quelli che saranno nati in seguito.
La caratterizzazione dei personaggi è stata anch'essa studiata a dovere. Non dimentichiamo che i protagonisti sono entrati nell'immaginario collettivo e sono tutt'ora ricordati. Molti sono nati dalle menti degli sceneggiatori e poi sono diventati dei giocattoli veri e propri e alcuni anche ripresi in fumetti e altri media. Scelti come voci dei principali personaggi poi troviamo grandi attori di Hollywood come Tom Hanks, Tim Allen, Don Rickles, Wallace Shawn, John Ratzenberger e molti altri. Per la versione italiana invece sono stati scelti Fabrizio Frizzi, Massimo d'Apporto, Carlo Valli e molti altri, oltre a Riccardo Cocciante ad adattare gli ottimi brani di Randy Newman.
Toy Story è arrivato nei cinema americani il 22 Novembre 1995 e in Italia a Marzo dell'anno successivo, incassando complessivamente nei botteghini di tutto il mondo più di 360 milioni di dollari.
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(Toy Story - 1995)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
John Lasseter
Sceneggiatura di:
Joss Whedon, Andrew Stanton, Joel Cohen, Alec Sokolow
Storia di:
John Lasseter, Pete Docter, Andrew Stanton, Joe Ranft
Prodotto da:
Bonnie Arnold, Ralph Guggenheim
Produzione:
Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures
Animazioni:
Pixar Animation Studios
Edizione Italiana:
Buena Vista
USCITA ITALIANA: 22 MARZO 1996
Era il 1995 e il mondo si lustrava gli occhi difronte alla prima e lunga opera diretta ad un larghissimo pubblico e realizzata interamente con animazioni CGI. "Toy Story" inaugura un era, ma non solo. Le visioni di una mente geniale, di un pioniere del settore il cui nome era noto solo a tecnici ed appassionati di computer grafica, diventano realtà e convincono non solo il papà della Apple ma anche la grande "D" dei film animati per famiglie più nota al mondo. Ed è solo l'inizio.
La storia inizia in una cameretta per bambini. Andy è nel suo mondo costellato di giocattoli in cui la figura più importante è il cowboy Woody. Tra cappelli a tesa larga, pistole, banditi e donzelle in pericolo, i pomeriggi passano velocemente e alla fine i giocattoli ritornano sempre al loro posto, in attesa di un nuovo giorno. Ma appena Andy è lontano, a prendere veramente vita sono i giocattoli stessi, ognuno con il suo ruolo, nella piccola comunità che vive in quella casa. Ma in questi giorni due eventi sono tenuti sott'occhio: l'imminente trasloco e il compleanno del piccolo. E proprio quest'ultimo, quando viene anticipato, comincerà a creare scompiglio nella comunità a causa dei possibili nuovi giocattoli che si aggiungeranno ai presenti. Se poi ad essere in discussione è il ruolo di giocattolo preferito, le cose cominciano anche a complicarsi.
Il progetto di un lungometraggio interamente CGI era già da considerarsi ambizioso per la metà degli anni '90. Dalla mole di lavoro di modellazione, di animazione, degli infiniti tempi di renderizzazione delle immagini, il tutto era già visto come un utopia. Basti pensare che ogni frame ha richiesto dalle 4 alle 12 ore di calcolo (rendering) per essere realizzato. Ma la Pixar aveva gli uomini giusti e la tecnologia giusta. Ancora oggi gli appassionati ricordano l'entusiasmo per le proiezioni al Siggraph dei primi corti CGI di Lasseter & Co., dunque un lavoro su larga scala era da considerarsi dietro l'angolo. La tecnologia cresceva e i software messi appunto dal team che Steve Jobs comprò da George Lucas (ILM) cominciava a dare buoni frutti (Renderman su tutti!), e John aveva anche l'idea giusta per la storia.
Si perchè alla Pixar lo hanno capito già dai primi progetti che senza una buona storia da raccontare non si va da nessuna parte. Se poi aggiungiamo che tra i principali crediti di "Toy Story" possiamo annoverare nomi come Andrew Stanton, Pete Docter, Joe Ranft e Joel Cohen la cosa oggi ci potrebbe apparire già vincente. Ma eravamo soltanto agli inizi degli anni '90 e tutto era ancora da scrivere. Lasseter aveva già mostrato interessi per giocattoli e affini nei suoi precedenti cortometraggi, e realizzare un intero film dal punto di vista di questi ultimi aveva convinto anche la Disney che gli aveva affidato un budget di circa 30 milioni di dollari.
Ma oltre alla storia alla base del progetto, erano le idee della direzione che questo doveva prendere che suonavano di rivoluzione, almeno per il mondo occidentale. Si, perchè Lasseter e soci, grandi appassionati di animazione orientale, hanno pensato bene di puntare ad un pubblico giovane, ma di strizzare l'occhio anche al pubblico adulto. Il risultato è una storia piacevole, mai scontata, con un umorismo eccezionale e dei sentimenti veri, anche se legati a personaggi fatti di plastica e poco altro. Anche se la qualità grafica ad oggi risulterebbe eccessivamente semplice, il titolo riesce a entusiasmare e divertire proprio come fece nel giorno della sua uscita nei cinema. Tra l'altro rinunciano anche a sviluppare una classica commedia-musical tanto cara alla casa di Topolino.
Nessun film Disney infatti aveva mai raggiunto tali vette, riuscendo a divertire i più piccoli con personaggi azzeccati, ben caratterizzati e mimiche perfette e intrattenere un adulto divertendolo dall'inizio alla fine. Anche la controparte, il cattivo di turno risulta realisticamente cattivo, al limite all'eccesso contro i poveri giocattoli. Il pubblico più giovane è rappresentato da Andy e da tutti i suoi coetanei, ma i giocattoli hanno una personalità fin troppo adulta, fino ai soldatini che si comportano veramente da soldati, con tutte le battute, le allusioni e i doppi sensi chiaramente indirizzati ad un pubblico adulto. Non solo dunque il primo titolo full-leight CGI della storia del cinema, ma anche un ottimo esempio di paragone per tutti quelli che saranno nati in seguito.
La caratterizzazione dei personaggi è stata anch'essa studiata a dovere. Non dimentichiamo che i protagonisti sono entrati nell'immaginario collettivo e sono tutt'ora ricordati. Molti sono nati dalle menti degli sceneggiatori e poi sono diventati dei giocattoli veri e propri e alcuni anche ripresi in fumetti e altri media. Scelti come voci dei principali personaggi poi troviamo grandi attori di Hollywood come Tom Hanks, Tim Allen, Don Rickles, Wallace Shawn, John Ratzenberger e molti altri. Per la versione italiana invece sono stati scelti Fabrizio Frizzi, Massimo d'Apporto, Carlo Valli e molti altri, oltre a Riccardo Cocciante ad adattare gli ottimi brani di Randy Newman.
Toy Story è arrivato nei cinema americani il 22 Novembre 1995 e in Italia a Marzo dell'anno successivo, incassando complessivamente nei botteghini di tutto il mondo più di 360 milioni di dollari.