APPUNTAMENTO A BELLEVILLE

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(Les Triplettes de Belleville - 2003)
(lungometraggio d'animazione)

Regia di: Sylvain Chomet
Scritto e Sceneggiato da: Sylvain Chomet

Prodotto da: Didier Brunner, Paul Cadieux
Produzione: Les Armateurs, Production Champion, Vivi Film, RGP France, BBC Brisol
Animazioni: Studio Les Triplettes, Artgog, Walkin the Dog, Rijia Films
Distribuzione: Mikado

Sylvain Chomet è un sognatore. Cresciuto a suon di lungometraggi Disney, quelli della vecchia scuola, dove i disegnatori e la loro esperienza facevano la differenza. Con la passione per i fumetti comincia a farsi conoscere con qualche pubblicazione nella sua terra (dal 1986). Trasferito a Londra comincia a "giocare" con l'animazione, lavorando per qualche studio d'animazione prima, e come freelance poi. Da qui in poi comincia a lavorare alla realizzazione di alcuni suoi cortometraggi, alternando sempre alla creazione di altre storie a fumetti fino alla realizzazione di un suo pallino a cui tiene tanto. Dopo 5 anni e 8 milioni di dollari di budget di lavori arriva "Les Triplettes de Belleville".

La storia racconta la vita e le avventure di Champion, il personaggio perno di tutto il lungometraggio. Ma, anche se uno dei personaggi principali, risulta essere totalmente ininfluente ogni sua azione sulla storia. A giocare il ruolo principale invece è la nonna Madame Souza. Dall'infanzia del piccolo Champion si passa alla giovinezza quando questo si vede regalare una bici, il rimedio alla sua tristezza infinita. Il ciclismo diventa la sua unica passione e la nonna non farà che aiutarlo con tanti allenamenti e tanti sacrifici. Il culmine è la partecipazione al prestigioso Tour De France, ma qui le cose si complicano. Ad interrompere i sogni di Nonna Souza e del piccolo Champion ci si mette la mafia francese, rapendo il ciclista per poterlo utilizzare poi per i propri scopi. Madame Souza, accompagnata dal suo fedele Bruno (il cane), intraprende un viaggio che la porterà a Belleville, una nuova città, e dentro nuove avventure alla caccia dei rapitori del nipote. Nella storia, proprio a Belleville, la piccola Madame Souza verrà aiutata anche dal noto Trio di Belleville, tre signore anziane, che mai hanno perso la loro verve (permeata di jezz).

Si vedono già dalle prime immagini i riferimenti ai vecchi cimeli dell'animazione come Betty Boop; il lungometraggio si apre con un piccolo sguardo sul Trio di Belleville nei suoi anni migliori, preferendo realizzare questa parte del lungometraggio proprio come si sarebbe realizzato un cartone animato ai tempi (e con lo stile) di cartoni come Betty Boop. Ma influenze a lungometraggi come "La Carica dei 101", "Gli Aristogatti", "Il Libro Della Giungla" vere pietre miliari degli studi Disney, sono evidenti fin dalle prime immagini. Iniziando proprio dalle animazione, il primo impatto che si ha è certamente positivo. La fluidità non fa che assecondare lo spettatore e i colori, o meglio le scelte cromatiche (con la dominante di giallo), possono sembrare un po anomali ma bastano pochi minuti di pellicola per abituarsi. I disegni ricalcano lo stile di Chomet e, in moltissime occasioni, sembrano ridicolizzare molti aspetti della vita e dei clichè del popolo francese, iniziando con le misure extra large delle belle del video, nelle premiazioni, nei gala di alto borgo, ecc. Sono comunque le donne a ricevere sempre queste attenzioni. Ma caratteristiche particolari di visualizzazione (ed esorcizzazione) avvengono anche per determinate categorie come i ciclisti, la mafia, il maitre del ristorante e persino le navi, che acquistano forme molto slanciate. Gli interventi con modelli ed animazioni 3D sono ben visibili, all'occhio allenato, ma anche ben amalgamati a tutte le altre animazioni. Gli interventi riguardano principalmente i veicoli ma anche i ciclisti (le bici) sono stati ritoccati con interventi di CGI (opportunamente filtrati per portare i disegni vicini allo stile tradizionale). Attenzioni sono state riservate a particolari momenti narrativi, come i sogni del cane Bruno, totalmente in bianco e nero. Le belle musiche di Benoìt Charest completano il tutto, anche perchè di dialoghi ce ne sono davvero pochi, avendo preferito rilegare a immagini e suoni l'arduo compito di raccontare la storia. Nelle musiche gli interventi jazz del Trio infarciscono molti momenti della storia, stile che si rifà a quel Django Reinhardt nell'utilizzare oggetti di uso quotidiano per produrre musica (di cui
caricatura appare in una piccola porzione del film).

La realizzazione e la regia di Chomet sono di ottima fattura e la passione per il progetto si vede fin dalle prime immagini. Il lungometraggio ha ricevuti consensi ovunque sia stato proiettato e la storia (e la scelta narrativa) costituiscono punti forti del progetto. Riferimenti a epoche, stili visivi e altri infarcimenti sono stati inseriti un po ovunque, sempre per esaltare la comicità della storia. Nelle prime immagini, davanti alla tv, compare un equazione: sono gli originali scritti di Einstein atti a calcolare le influenze delle masse sulla gravità. La suonatrice di fisarmonica che gira il tour è una caricatura di Roberte Rivette, vera protagonista di ogni Tour De France con la sua fisarmonica, con tanto di sorriso smagliante e insetti attaccati ai suoi denti. Ma tra le comparse eccellenti possiamo nominare anche Fred Astaire, ironizzato dal fatto di esse mangiato dalle sue stesse scarpe alla fine del balletto. Attraverso pochissimi frame è possibile notare anche altre piccole chicchè, come nel caso dell'inseguimento in auto, in cui è possibile leggere "in vino veritas" sulle targhe delle auto dei mafiosi francesi.

Il film ha fatto parte della selezione ufficiale del Festival Di Cannes (2003), ma è anche stato presentato al Telluride Film Festival, al Toronto International Film Festival, al Boston Film Festival, al Chicago International Film Festival, all'Afi International Film Festival, tutti nello stesso anno. Nel 2004 è stato candidato come miglior lungometraggio animato e alla sezione miglior brano degli Academy Awards
(Oscar). In Italia è arrivato sotto le ali della Mikado, sempre attenta nella scelta di ogni suo film presente in catalogo.







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