IWAJU

IWAJU. (2024) (serie d'animazione) Regia di: Olufikayo Adeola Storia di: Olufikayo Adeola, Hamid Ibrahim, Toluwalakin Olowofoyeku Sceneggiatura di: Olufikayo Adeola, Halima Hudson Produttori: Christina Chen Produzione: Kugali, Walt Disney Animation Studios, Cinesite Animazioni: Cinesite Edizione Italiana: Walt Disney Motion Pictures Italia Episodi: 6 da 17-23' - 1 stagione USCITA ITALIANA: 28 FEBBRAIO 2024 Il team Pan-Africano ma con base in Inghilterra, Kugali, presenta un interessante progetto ambientato in una Lagos futuristica in cui le profonde differenze sociali non sono state risolte neanche dalla tecnologia. La storia segue la vita della giovane Tola, figlia di un ricco ingegnere che abita nella parte privilegiata della città, con i giorni trascorsi prevalentemente in solitaria o insieme al suo migliore amico Kole, un ragazzo che lavora al servizio della famiglia di Tola come tuttofare per poter pagare le cure mediche alla madre. Alla soglia dei dieci anni e con molta voglia di visitare i luoghi centrali della città, i quartieri più veri, dove è cresciuto il padre, ma anche quelli più pericolosi, la ragazzina si imbatterà presto nel pericoloso gruppo capitanato da Bode, dedito a sequestri di bambini per arricchirsi con i riscatti. Intravedendo nella giovane ragazzina un bottino molto ricco, si organizzano velocemente per architettare un piano per aggirare il padre, che può dare al cattivo qualcosa in più del mero denaro. La serie di stampo futuristico che mostra una moderna capitale della Nigeria divisa tra ambienti tecnologicamente avanzati e quelli più umili, dove vive la maggior parte della popolazione, presenta una storia che esplora i temi della differenza di classi sociali, dell'innocenza e della crescita. La scrittura porta sullo schermo un mix di passato e futuro in un ambiente africano che già la Marvel (e non solo) aveva esplorato, con sentimenti di rinascita ed evoluzione che da sempre emergono dal continente culla dell'umanità, senza dimenticare l'enorme eredità culturale che influenza inesorabilmente anche il futuro più lontano. Oltre una stesura quasi lineare e i pochi personaggi, la stessa cittadina viene annoverata tra i protagonisti, portando gli spettatori in un mondo per molti aspetti lontano dai canoni occidentali. Ispirata a fatti reali accaduti ad uno degli autori, la serie affronta temi mai banali e esplora sapientemente l'innocenza dei giovani protagonisti e il passato degli adulti in un mix di tecnologia che culmina nel piccolo robot-lucertola Otin. Con il target prevalentemente giovane, la storia presenta un design morbido e colori brillanti e buoni ritmi narrativi, mentre le scene più cruente di cui la storia è condita vengono sapientemente oscurate così da non dare lustro a violenza gratuita. Alla base si legge una denuncia diretta a quelle pratiche in uso ancora negli ambienti Nigeriani e non solo, in aumento di pari passo con le disuguaglianze sociali. Con le animazioni prodotte presso gli studios Canadesi e Inglesi di Cinesite, e la supervisione degli studios Disney, il prodotto finale è una buona mini-serie che orbita non lontano dall'ambiente perbuonista degli studios di Topolino, ma conservando una buona dose di originalità e una struttura quasi da lungometraggio, divisa in brevi capitoli facilmente digeribili dal pubblico più giovane e anche da quello più adulto. Oltre ai temi legati alla famiglia, all'amicizia e alla tecnologia, l'ingenuità che emerge da alcune scene potevano essere trattate in maniera differente, passando da classici stereotipi caricaturali a più reali e sensati comportamenti, soprattutto dei personaggi adulti. Lode agli studios Disney capitanati da Jennifer Lee che produce opere provenienti da studios Africani, strada che altri produttori dovrebbero seguire. . Fine dell'articolo.