KAKURENBO. (Kakurenbo: Hide and Seek - 2005)
(cortometraggio d'animazione)
Regia di: Suuhei Morita
Sceneggiatura di: Shiro Kuro
Storia originale di: Suuhei Morita, Shiro Kuro
Prodotto da: Koichiro Ito
Produzione: CoMix Wave Inc.
Animazioni: YamatoWorks
Edizione Italiana: Dynit
USCITA ITALIANA: 29 novembre 2006 (DVD)
Un gruppo di bambini, gli intrigati quartieri di Tokyo e un singolare nascondino, lontano dai classici canoni di gioco infantile che ognuno conosce, questo è tutto ciò che, in poche parole, si cela dietro questa produzione, opera prima del duo Morita - Sajiki, regista, sceneggiatore e animatore il primo e designer e scenografo il secondo. La CoMix Wave produce quello che in patria è stato un vero e proprio caso cinematografico, premiato da pubblico e critica ai maggiori festival del settore.
Gli intricati quartieri di Tokyo, complessi in cui neanche di giorno la luce riesce a filtrare, sono lo sfondo di un gioco apparentemente infantile ma con delle misteriose sparizioni in contorno. Un luogo in cui si passa di bocca in bocca la leggenda del gioco Otokoyo-sama, il classico nascondino ma adatto soltanto ai bambini più coraggiosi. Quei bambini, quei pochi, che osano sfidare le creature che di notte circolano per quei bui labirinti, demoni dalle fattezze e sembianze mostruose. Una vera e propria sfida che può avere motivazioni anche più profonde. Protagonisti sono un variopinto gruppo di ragazzi che insieme decidono di andare a cercare la verità su questa storia.
Una storia alquanto lineare e semplice ma sapientemente tradotta in immagini. Uno script con pochi scambi verbali e poche risposte che rilega alla mimica le spiegazioni maggiori. Le scene si alternano inesorabilmente tra ritmi lente e veloci, dall'inizio alla fine del racconto con delle brevi sequenze che hanno come protagonisti un piccolo gruppo di ragazzini, per poi passare ad un altro e così via fino all'epilogo. La regia piazza delle camere quasi immobili che passano la maggior parte del tempo a rollare orizzontalmente o verticalmente tra gli scenari, con movimenti lenti, quasi ipnotici. Numerosi infatti sono i momenti in cui gli edifici e l'architettura del luogo sono i soli protagonisti, con i dialoghi piazzati sullo sfondo di questi ultimi.
Per la parte grafica lode si deve al giovane studio YamatoWorks per il grande lavoro di modellazione effettuato sulle scenografie. Le camere esaltano i dettagli architettonici della più classica cultura giapponese. Il sottobosco urbano è ricreato per amplificare l'effetto di smarrimento che il labirinto di vie deve suggerire. Anche i personaggi sono modelli organici 3D, in totale controtendenza con le più classiche tecniche d'animazione con disegna a mano. I modelli non sono molto complessi e mancano totalmente i visi, sostituiti con delle maschere statiche, escamotage che ha fatto risparmiare sia tempo che calcolo. Il tutto è poi massicciamente filtrato con cell-shading con animazioni finali in stile quanto più bidimensionale possibile. Il giudizio finale sulle animazioni è comunque positivo, non eccelso ma adatto al racconto e, soprattutto, incoraggiante se si pensa che in totale le persone che hanno collaborato al progetto si possono contare sulle dita di una mano. Nota per i demoni, anch'essi poco definiti ma egregiamente modellati per un buon impatto visivo.
Solo assistendo alla proiezione di questo breve prodotto animato si può capire il successo suscitato in patria, enorme per questo genere di prodotti. La storia è coinvolgente e ben congeniata. Si inizia in maniera lenta per focalizzare l'attenzione su leggenda e ambientazioni; nella parte centrale il ritmo cresce con le numerose scene d'azione (di fuga) per poi tornare a ritmi più lenti per il finale. Un anime realizzato interamente con modelli tridimensionali e pochi disegni a mano, prevalentemente per i lontani dettagli dei fondali, tecniche molto in voga delle produzioni animate occidentali da poco utilizzati ance dagli studios orientali. Una visione breve ma intensa che è consigliata a ogni genere di pubblico. Due nomi, quelli dei creatori, che sono già sinonimo di qualità.
Le voci italiane scelte per doppiare i protagonisti sono di Fabrizio Odetto, Angela Brusa, Giulia Buffa, Stefano Brusa, Alessia Marzano e Valentina Virando. Questo mediometraggio animato è presente nel catalogo Dynit dal novembre 2006. L'edizione DVD presenta il video nell'originale formato 16:9, audio DTS e Dolby Digital 5.1 e numerosi extra tra cui making of, interviste, backstage, gallery e trailer vari.
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(Kakurenbo: Hide and Seek - 2005)
(cortometraggio d'animazione)
Regia di:
Suuhei Morita
Sceneggiatura di:
Shiro Kuro
Storia originale di:
Suuhei Morita, Shiro Kuro
Prodotto da:
Koichiro Ito
Produzione:
CoMix Wave Inc.
Animazioni:
YamatoWorks
Edizione Italiana:
Dynit
USCITA ITALIANA: 29 novembre 2006 (DVD)
Un gruppo di bambini, gli intrigati quartieri di Tokyo e un singolare nascondino, lontano dai classici canoni di gioco infantile che ognuno conosce, questo è tutto ciò che, in poche parole, si cela dietro questa produzione, opera prima del duo Morita - Sajiki, regista, sceneggiatore e animatore il primo e designer e scenografo il secondo. La CoMix Wave produce quello che in patria è stato un vero e proprio caso cinematografico, premiato da pubblico e critica ai maggiori festival del settore.
Gli intricati quartieri di Tokyo, complessi in cui neanche di giorno la luce riesce a filtrare, sono lo sfondo di un gioco apparentemente infantile ma con delle misteriose sparizioni in contorno. Un luogo in cui si passa di bocca in bocca la leggenda del gioco Otokoyo-sama, il classico nascondino ma adatto soltanto ai bambini più coraggiosi. Quei bambini, quei pochi, che osano sfidare le creature che di notte circolano per quei bui labirinti, demoni dalle fattezze e sembianze mostruose. Una vera e propria sfida che può avere motivazioni anche più profonde. Protagonisti sono un variopinto gruppo di ragazzi che insieme decidono di andare a cercare la verità su questa storia.
Una storia alquanto lineare e semplice ma sapientemente tradotta in immagini. Uno script con pochi scambi verbali e poche risposte che rilega alla mimica le spiegazioni maggiori. Le scene si alternano inesorabilmente tra ritmi lente e veloci, dall'inizio alla fine del racconto con delle brevi sequenze che hanno come protagonisti un piccolo gruppo di ragazzini, per poi passare ad un altro e così via fino all'epilogo. La regia piazza delle camere quasi immobili che passano la maggior parte del tempo a rollare orizzontalmente o verticalmente tra gli scenari, con movimenti lenti, quasi ipnotici. Numerosi infatti sono i momenti in cui gli edifici e l'architettura del luogo sono i soli protagonisti, con i dialoghi piazzati sullo sfondo di questi ultimi.
Per la parte grafica lode si deve al giovane studio YamatoWorks per il grande lavoro di modellazione effettuato sulle scenografie. Le camere esaltano i dettagli architettonici della più classica cultura giapponese. Il sottobosco urbano è ricreato per amplificare l'effetto di smarrimento che il labirinto di vie deve suggerire. Anche i personaggi sono modelli organici 3D, in totale controtendenza con le più classiche tecniche d'animazione con disegna a mano. I modelli non sono molto complessi e mancano totalmente i visi, sostituiti con delle maschere statiche, escamotage che ha fatto risparmiare sia tempo che calcolo. Il tutto è poi massicciamente filtrato con cell-shading con animazioni finali in stile quanto più bidimensionale possibile. Il giudizio finale sulle animazioni è comunque positivo, non eccelso ma adatto al racconto e, soprattutto, incoraggiante se si pensa che in totale le persone che hanno collaborato al progetto si possono contare sulle dita di una mano. Nota per i demoni, anch'essi poco definiti ma egregiamente modellati per un buon impatto visivo.
Solo assistendo alla proiezione di questo breve prodotto animato si può capire il successo suscitato in patria, enorme per questo genere di prodotti. La storia è coinvolgente e ben congeniata. Si inizia in maniera lenta per focalizzare l'attenzione su leggenda e ambientazioni; nella parte centrale il ritmo cresce con le numerose scene d'azione (di fuga) per poi tornare a ritmi più lenti per il finale. Un anime realizzato interamente con modelli tridimensionali e pochi disegni a mano, prevalentemente per i lontani dettagli dei fondali, tecniche molto in voga delle produzioni animate occidentali da poco utilizzati ance dagli studios orientali. Una visione breve ma intensa che è consigliata a ogni genere di pubblico. Due nomi, quelli dei creatori, che sono già sinonimo di qualità.
Le voci italiane scelte per doppiare i protagonisti sono di Fabrizio Odetto, Angela Brusa, Giulia Buffa, Stefano Brusa, Alessia Marzano e Valentina Virando. Questo mediometraggio animato è presente nel catalogo Dynit dal novembre 2006. L'edizione DVD presenta il video nell'originale formato 16:9, audio DTS e Dolby Digital 5.1 e numerosi extra tra cui making of, interviste, backstage, gallery e trailer vari.