MULAN. (Mulan - 1998)
(lungometraggio d'animazione)
Diretto da: Tony Bancroft, Barry Cook
Sceneggiatura di: Rita Hsiao, Chris Sanders, Philip LaZebnik, Raymond Singer, Eugenia Bostwick-Singer
Storia di: Robert D. San Souci
Prodotto da: Pam Coats
Produzione: Walt Disney Feature Animation, Walt Disney Pictures
Animazioni: Walt Disney Feature Animation
Edizione Italiana: Walt Disney Motion Pictures Italia
La grande D dedica il suo lungometraggio numero 36 al mercato asiatico, scegliendo come tema un'antica fiaba cinese che riuscisse ad incarnare lo spirito e le grandi gesta dei guerrieri di un tempo da un lato, e l'inconfondibile stile della casa di Topolino dall'altro.
La storia torna indietro negli anni in cui i territori della Cina erano ben protetti dalla lunga muraglia di cui alcune parti resistono ancora ai nostri giorni. Ma i giorni di pace stanno per finire a causa della minaccia degli Unni. Dunque per editto dell'imperatore ogni famiglia deve fornire un componente maschio per rinfoltire le schiera dell'esercito reale, cosa che tocca anche alla famiglia Fa. Il capofamiglia è però in là con gli anni, con dei problemi causati dall'ultimo conflitto e senza eredi maschi. Ma Mulan, la sua unica figlia, vuole evitare di mandare il padre in guerra in quelle condizioni e, dunque, si traveste da maschio e prende il suo posto tra le fila dell'esercito.
Le gesta dell'eroina cinese che si rifà alla storica figura di Wang Cong'er è stata un po travagliata nella sua concezione. Sono infatti quasi quaranta i nomi che compongono la lista di scrittori chiamati a concepire quello che all'inizio era stato pensato come un corto intitolato "China Doll", poi combinato con l'antico poema cinese. Piazzati sulla poltrona di regia troviamo invece due animatori con una lunga esperienza in Disney che decidono di portare negli studios anche le morbide e inconfondibili linee dei pennelli e degli acquarelli che contraddistinguono la pittura cinese.
La realizzazione è tutta con disegni a mano libera, come vuole la tradizione degli studios, ma già a metà anni novanta si vedevano le prime incursioni degli studios Pixar, principalmente per il loro software Renderman, usato per portare sullo schermo le numerose comparse delle scene di massa. Un tocco di CGI per animare migliaia di elementi che si muovevano autonomamente sullo schermo e che avrebbe richiesto un incredibile sforzo di realizzazione senza l'ausilio di queste tecniche. A completare l'opera sono i pregevoli e dettagliati fondali realizzati dagli artisti che hanno avuto occasione di toccare l'arte cinese in loco, prima di mettere mano ai lavori.
Esaltato anche dalla critica, Mulan è un lungometraggio adatto ad un pubblico di ogni età, capace di divertire grazie alle gags delle spalle dei protagonisti, senza rinunciare ad una storia impegnata che tratta argomenti non facili, soprattutto per le antiche tradizioni e la mentalità della terra in cui la storia è ambientata. Ma il lavoro svolto dallo staff riesce nell'intento di non urtare nessuna coscienza e replicare il successo de "Il Re Leone" del 1994, uno dei più grandi successi di una pellicola occidentale arrivata in Cina.
Costato quasi 70 milioni di dollari, il titolo ha incassato oltre 300 nei botteghini di tutto il mondo e circa 9 milioni di euro in Italia.
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(Mulan - 1998)
(lungometraggio d'animazione)
Diretto da:
Tony Bancroft, Barry Cook
Sceneggiatura di:
Rita Hsiao, Chris Sanders, Philip LaZebnik, Raymond Singer, Eugenia Bostwick-Singer
Storia di:
Robert D. San Souci
Prodotto da:
Pam Coats
Produzione:
Walt Disney Feature Animation, Walt Disney Pictures
Animazioni:
Walt Disney Feature Animation
Edizione Italiana:
Walt Disney Motion Pictures Italia
La grande D dedica il suo lungometraggio numero 36 al mercato asiatico, scegliendo come tema un'antica fiaba cinese che riuscisse ad incarnare lo spirito e le grandi gesta dei guerrieri di un tempo da un lato, e l'inconfondibile stile della casa di Topolino dall'altro.
La storia torna indietro negli anni in cui i territori della Cina erano ben protetti dalla lunga muraglia di cui alcune parti resistono ancora ai nostri giorni. Ma i giorni di pace stanno per finire a causa della minaccia degli Unni. Dunque per editto dell'imperatore ogni famiglia deve fornire un componente maschio per rinfoltire le schiera dell'esercito reale, cosa che tocca anche alla famiglia Fa. Il capofamiglia è però in là con gli anni, con dei problemi causati dall'ultimo conflitto e senza eredi maschi. Ma Mulan, la sua unica figlia, vuole evitare di mandare il padre in guerra in quelle condizioni e, dunque, si traveste da maschio e prende il suo posto tra le fila dell'esercito.
Le gesta dell'eroina cinese che si rifà alla storica figura di Wang Cong'er è stata un po travagliata nella sua concezione. Sono infatti quasi quaranta i nomi che compongono la lista di scrittori chiamati a concepire quello che all'inizio era stato pensato come un corto intitolato "China Doll", poi combinato con l'antico poema cinese. Piazzati sulla poltrona di regia troviamo invece due animatori con una lunga esperienza in Disney che decidono di portare negli studios anche le morbide e inconfondibili linee dei pennelli e degli acquarelli che contraddistinguono la pittura cinese.
La realizzazione è tutta con disegni a mano libera, come vuole la tradizione degli studios, ma già a metà anni novanta si vedevano le prime incursioni degli studios Pixar, principalmente per il loro software Renderman, usato per portare sullo schermo le numerose comparse delle scene di massa. Un tocco di CGI per animare migliaia di elementi che si muovevano autonomamente sullo schermo e che avrebbe richiesto un incredibile sforzo di realizzazione senza l'ausilio di queste tecniche. A completare l'opera sono i pregevoli e dettagliati fondali realizzati dagli artisti che hanno avuto occasione di toccare l'arte cinese in loco, prima di mettere mano ai lavori.
Esaltato anche dalla critica, Mulan è un lungometraggio adatto ad un pubblico di ogni età, capace di divertire grazie alle gags delle spalle dei protagonisti, senza rinunciare ad una storia impegnata che tratta argomenti non facili, soprattutto per le antiche tradizioni e la mentalità della terra in cui la storia è ambientata. Ma il lavoro svolto dallo staff riesce nell'intento di non urtare nessuna coscienza e replicare il successo de "Il Re Leone" del 1994, uno dei più grandi successi di una pellicola occidentale arrivata in Cina.
Costato quasi 70 milioni di dollari, il titolo ha incassato oltre 300 nei botteghini di tutto il mondo e circa 9 milioni di euro in Italia.