SUZUME

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(Suzume no Tojimari - 2022)
(lungometraggio d'animazione)

Regia di: Makoto Shinkai
Sceneggiatura di: Makoto Shinkai

Prodotto da: Genki Kawamura, Kouichirou Itou
Produzione: Aniplex, CoMix Wave Films, East Japan Marketing & Communications, Inc., Kadokawa, LAWSON, Story Inc., TOHO, voque ting
Animazioni: CoMix Wave Films
Edizione Italiana: Crunchyroll, Sony Pictures

USCITA ITALIANA: 27 APRILE 2023

La nuova opera del geniale e ormai noto e apprezzato autore e regista Giapponese Makoto Shinkai ci porta, in un modo tutto suo, all'interno di un elemento che fa da sempre parte della vita del popolo Giapponese, miscelandola alle sue idee fantasy e ai suoi cavalli di battaglia.

La storia inizia in un paesino della prefettura di Miyazaki, dove vive la diciassettenne Suzume insieme alla zia, sorella della madre scomparsa più di dieci anni prima. La giovane è molto curiosa ma in una fase della crescita che la porta a scontrarsi spesso con chi le vuole bene. Un giorno incontra Sota, un universitario di Tokyo che gli chiede se ha visto una strana porta solitaria in una zona disabitata. Memore dei suoi sogni in cui da piccola spesso varca una porta alla ricerca della madre, Suzume segue il ragazzo e si imbatte in una sorta di forza maligna che fuoriesce da una porta e causa, nelle terre in cui si abbatte, dei disastrosi terremoti. Qui vedrà all'opera Sota intento a chiudere il portale mentre lei farà la conoscenza di un mondo sconosciuto e delle forze che lo regolano.

Shinkai con questa nuova storia conferma la sua voglia di stupire gli spettatori, di portare la sua personale visione di un fantasy adulto ma con i piedi ben piantati nella realtà. Lo schema è comunque quello rodato dei precedenti film, con pochissimi personaggi e in testa solo due giovani di sesso opposto, il femminile in primo piano e un comprimario in secondo. La storia questa volta raffigura come elemento maligno una forza che vive in un mondo parallelo e che, quando riesce a sfuggire e passare sul piano abitato dagli umani, causa dei terremoti. Una visione personale e fantastica dell'autore riferito a quel movimento della terra cui il popolo Giapponese convive da sempre, che la storia ha visto rappresentato ed esorcizzato in innumerevoli modi.

Il numero esiguo di personaggi da il tempo all'autore di descriverli al meglio, iniziando proprio dalla protagonista, che scoprirà i segreti che si celano dietro i portali in maniera graduale, insieme agli spettatori, in un crescendo di eventi senza alcun riposo. Si perché il ritmo con cui è stato pensato il film è molto sostenuto. Dopo il preambolo iniziale infatti si inizia a correre (letteralmente) verso l'obbiettivo successivo senza alcuna sosta. Un viaggio che mostrerà tutto il senso del dovere (una sorta di sacrificio tipico della cultura nipponica) della giovane protagonista, che si scontra con tutta la voglia di ribellione che la sua età e il suo passato hanno fatto crescere. Sentimenti terreni e fantastici che si incontrano e si scontrano, ma che fanno comunque parte del percorso di crescita di ognuno. Concetti rappresentati a volte brutalmente ma con quella leggerezza che solo Shinkai riesce ad infondere.

Stilisticamente Suzume non sfigura con i titoli precedenti, portando viste ad ampio respiro, un tratto rappresentativo che tende quasi maniacalmente alla rappresentazione del reale e dei cieli dai colori spettacolari quanto innaturali, tipici delle opere del regista Giapponese. Questa produzione però porta sullo schermo una quantità sempre maggiore di elementi 3D, dai veicoli alla flora agli scenari e anche, in alcune scene, ai personaggi. L'integrazione non è ancora perfetta ma il risultato non stona così tanto, anzi, serve all'autore per poter far muovere liberamente la telecamera in qualunque direzione e poter aumentare il pathos in numerose scene, allargando la vista tutto intorno all'ambiente. Soltanto l'elemento maligno non sembra esser stato rappresentato al meglio, piuttosto semplice e poco dettagliato.

Un altro elemento che è possibile notare in tutto il film è l'apporto alla narrazione fatto dalla colonna sonora, quanto più importante e presente in quest'opera rispetto alle precedenti. Ogni momento e ogni scena viene accompagnato da una composizione che ne sottolinea il mood, ognuna differente e calzante, oltre al motivetto del brano principale, centellinato già dalle prime scene e che riuscirà da subito a fissarsi dentro la testa di ogni spettatori grazie alla sua melodia tanto semplicità quanto evocativa.

Il risultato finale è, inutile ribadirlo, sempre ottimo. I fans del regista possono stare tranquilli e gustarsi un'altra sua opera originale splendidamente portata sullo schermo. Come già accennato, lo schema della sua costruzione comincia ad essere un po' ripetitivo, come lui stesso ha ammesso, ma non si tratta infondo di un elemento negativo, non ancora almeno. La sua voglia di descrivere la cultura Giapponese e farla conoscere in tutto il mondo non è ancora sazia. Ci sono altre strade da percorrere e siamo sicuri Shinkai troverà il mondo di farlo, così come siamo sicuri gli studios CoMix Wave sapranno assecondarlo al meglio.





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