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GIU'
PER IL TUBO (Flushed Away - 2006)
(lungometraggio
d'animazione)
Regia di: David Bowers e Sam Fell
Sceneggiatura di: Dick Clement, Ian La Frenais, Christopher
Lloyd, Joe Keenan e William Davies
Storia di: Sam Fell, Peter Lord, Dick Clement e Ian La
Frenais
Prodotto da: Cecil Kramer, Peter Lord e David Sproxton
Produzione: DreamWorks SKG & Animation, Aardman
Realizzazione: Aardman Animations e DreamWorks Animation
Distribuzione: UIP
USCITA
ITALIANA: 22 Dicembre 2006
La proficua collaborazione tra gli studios inglesi Aardman
e i produttori americani DreamWorks continua con questa terza
pellicola, spinti dall'entusiasmo per l'ultimo "Wallace &
Gromit: La Maledizione del Coniglio Mannaro", vincitore dell'Oscar
come miglior lungometraggio del 2005. Ma stavolta l'influenza
degli studios di Katzenberg sono andati oltre la stesura,
fino a portare computers, programmi di modellazione e animazione
nel regno della plastilina e dei modellini dal vero. Certo,
già piccole incursioni di CGI avevano fatto la comparsa nelle
precedenti produzioni, ma soltanto per quelle scene difficilmente
realizzabili in stop-motion. Bowers e Fell, alla loro prima
esperienza di regia su un lungometraggio, hanno diretto un
team di artisti digitali con a fianco altrettanti artisti
ma di modelli in plastilina, per poi portare il risultato
dall'altra parte dell'oceano dove sono stati messi sotto torchio
i server della HP della DreamWorks incaricati di renderizzare
il tutto. Il progetto prende il nome "Giu Per Il Tubo".
L'inizio
della storia è ambientata nel bel quartiere residenziale di
Kensington, a Londra. Quì abita Roddy, un raffinato topo che
ha come dimora una casa delle bambole. Sempre ben vestito
e con modi signorili passa il tempo tra agi e le coccole della
sua padroncina. Questo fino all'arrivo in casa del rozzo Sid,
topo proveniente dai bassifondi. Compromessa la tranquillità
della casa, Roddy escogita uno stratagemma per cacciare via
Sid, sottovalutandolo però, cosicchè sarà lo stesso Roddy
a cadere nella propria trappola e a finire giù per il tubo
di scarico. Credendosi spacciato, il raffinato topo di casa
finirà invece a Rattopolis, la città in cui vivono suoi simili
e non, costruita nel sottosuolo. Qui incontrerà e si scontrerà
con Rita, una topolina con una spiccata personalità. Insieme
si troveranno a unire le forze contro la mala della città
e il loro capo, il temibile Rospo. Così, come nelle migliori
storie, l'ultimo arrivato nonchè totalmente fuori luogo della
situazione, si troverà immischiato in un complotto contro
l'intera città e dovrà rimboccarsi le sue aristocratiche maniche
e trasformarsi in eroe.
Come
prima esperienza i registi Bower e Fell si sono trovati a
coordinare oltre 300 artisti tra animatori, montatori e disegnatori
per tre anni e più e a gestire lo stratosferico budget di
143 milioni di dollari stimato: non una cosa così facile come
sembra. E il risultato tra l'altro lo conferma. Siamo difronte
ad una stesura matura, ben congeniata e con tempi scenici
sopra la media. La storia infatti riesce nell'intento di portare
quel tanto di novità in campo animato ormai latente negli
ultimi prodotti dei grandi studios. La commedia risulta divertente
e con numerose gags, sempre con il rinomato humor inglese,
e moltissimi riferimenti a celebri pellicole. Le immagini
sono gestite nel migliore dei modi. La regia risulta pulita
e attenta, pur dovendo dirigere le telecamere (virtuali) nelle
piccole location - al chiuso - in cui la storia è ambientata
(quasi sempre nel sottosuolo). Ma anche grazie all'uso della
grafica CGI è stato possibile realizzare numerose scene d'azione
alquanto convincenti.
Per
passare a discutere del reparto grafico è doveroso un salto
indietro alla realizzazione del lungometraggio di "Wallace
& Gromit". Per quest'ultimo era stato scritto uno specifico
software in grado di riprodurre le imperfezioni della plastilina
usata per i personaggi e l'effetto "impronta" lasciato dalle
dita sui suddetti modelli. Avendo pensato inizialmente alla
tecnica dello stop-motion (il marchio di fabbrica di casa
Aardman) per la realizzazione di questo lungometraggio si
è infine optati interamente sull'animazione CGI visto l'alta
presenza di acqua e di scene alquanto complicate da realizzare
con la tecnica del passo-uno. A questo scopo, per ricreare
le "animazioni di casa", si è fatto uso del sopracitato software,
tanto che il risultato ha spiazzato numerosi giornalisti che
hanno presentato "Giù Per Il Tubo" come la nuova pellicola
in stop-motion e con incursioni in CGI. Il reparto modellazione
ha dovuto realizzare ben 658 personaggi, che tra l'altro appaiono
proprio tutti nella scena finale, e numerose e dettagliate
location come la splendida Rattopolis, una Londra in miniatura
ricostruita con oggetti d'uso comune: una vera chicca.
Tutti
i personaggi e gli animali in movimento sullo schermo hanno
la comune caratteristica di esser realizzati pensando ai modelli
in plastilina e anima in fil di ferro come i modelli utilizzati
nelle pellicole in stop-motion. Dunque anche i capelli e i
vestiti non hanno alcuno script di simulazione (i capelli
appena, essendo un esiguo di oggetti). Discussione inversa
invece per le scenografie; Rattopolis è una piccola
meraviglia. Come nella realtà delle realizzazioni in
stop-motion, le texture utilizzate riproducono oggetti e materiali
dal vero. Ogni oggetto è molto curato e viste le dimensioni
ognuno rappresenta una parodia del proprio alter ego nella
realtà. Alla fine piccola nota anche per le animazioni.
I registi hanno voluto mantenere il legame con le tecniche
dello studios inglese realizzando le animazioni dei personaggi
(quasi) a scatto, veloci e volutamente poco fluide, proprio
come le animazioni in stop-motion riprodurrebbero sullo schermo.
Una scelta da lodare certamente.
Il
lungometraggio è una piccola opera, davvero convincente
e sorprendente oltre le aspettative. Non si contano le citazioni
a celebri personaggi come 007, Batman, ma anche a lungometraggi
Pixar e Disney, o le sottili ed eleganti caratteristiche (fisiche
e caratteriali) di tutti i personaggi, compresi i secondari,
singolarmente delle piccole chicche. La storia poi è
una sorpresa. Una stesura scorrevole e originale che mai annoia
fino alla fine. Insomma, dopo le ultime 'animal comedies'
della DreamWorks, alquanto ripetitive e tutt'altro che riuscite,
è un peccato pensare che è proprio uno studios di produzione
europeo a dover 'salvare la faccia' realizzando dei prodotti
convincenti. L'oscar per "Wallace & Gromit" dello scorso anno
e questo nuovo "Giù Per Il Tubo" sono soltanto degli esempi.
L'unica produzione della DreamWorks che si piazza fuori da
questi esempi è l'inossidabile Shrek, ma sempre nella speranza
che non finisca per autolesionarsi con i numerosi sequel.
Una curiosità vede la casa di produzione americana bocciare
la prima stesura della Aardman che aveva ambientato la storia
nel mondo dei pirati, definita dalla DreamWorks una scelta
di poco attrattiva e senza mercato (da ricordare che quando
"Giù Per Il Tubo" era in pre-produzione non era ancora uscita
la pellicola "La Maledizione Della Prima Luna).
Come
nella più classica tradizione, troviamo volti noti del parteur
di Hollywood a prestare le voci ai personaggi principali.
Hugh Jackman doppia il raffinato Roddy (suo anche il gridolino
della lumaca che incontra nei bassifondi); Shane Richie il
rozzo Sid; Kate Winslet la controparte femminile Rita; Ian
McKellen il Rospo; Jean Reno il mercenario Le Frog (in Italia
Le Ranocchiò); Andy Serkis il capo dei seguagi del Rospo,
Spike (in Italia Arpio). Tra l'altro proprio quest'ultimo,
Andy Serkis, ha battuto Robert De Niro e William Shatner per
la parte di Spike, mentre Jean Reno è stato scelto nei confronti
di Kevin Kline e Johnny Depp. Per la controparte italiana
la UIP si affida ad un cast di doppiatori professionisti senza
intermezzi di celebrità. Il lungometraggio è uscito negli
States il 3 Novembre e in Inghilterra il 1 Dicembre, mentre
nella nostra penisola dal 22 Dicembre 2006.

Il sito ufficiale in lingua inglese è: www.flushedaway.com
Quello allestito dalla UIP in lingua italiana è: www.uip.it/giuperiltubo
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