IL FIGLIO DI BABBO NATALE. (Arthur Christmas - 2011)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Sarah Smith, Barry Cook
Sceneggiatura di: Peter Baynham, Sarah Smith
Prodotto da: Steve Pegram
Produzione: Aardman Animations, Sony Pictures Animation
Animazioni: Aardman Animations
Edizione Italiana: Sony Pictures Italia
USCITA ITALIANA: 23 DICEMBRE 2011
La più classica delle storie natalizie, con tanto di Babbo Natale e famiglia al seguito, quest'anno arriva dall'Inghilterra per mano degli studios Aardman e di due registi alla loro prima impresa per il grande schermo.
Ambientata, come tradizione vuole, tra i ghiacci e la neve del polo nord, "Il Figlio di Babbo Natale" ha per protagonisti tutte le figure che contribuiscono a quella non semplice impresa che consiste nel consegnare circa due miliardi di regali ai bambini di tutto il mondo in una sola notte: Babbo Natale, i suoi figli Steve e Arthur e qualche migliaio di elfi. Ma anche le macchine più perfette possono commettere degli errori, come saltare la consegna di un regalo, cosa a cui il più giovane dei figli, Arthur, vuole a tutti i costi rimediare, non senza incontrare qualche problema.
La storia per famiglie che viene dal freddo nord quest'anno incontra l'hi-tech più sofisticato, con tanto di smartphone e navi spaziali al posto di slitte e renne come invece tradizione vuole. Un Natale più "mission impossible" che altro che vuole segnare anche un importante momento nella vita degli abitanti del polo nord: il passaggio di leadership dal vecchio Babbo Natale, in carica ormai da 70 anni, al nuovo, il figlio maggiore Steve, autore di tutte le migliorie elettroniche degli ultimi tempi che subentrerà al padre e indosserà il tipico abito rosso e bianco per gli anni a venire.
Una storia che sprizza perbuonismo già dal titolo non può sbagliare il bersaglio. Famiglie e bambini in particolare sono l'obbiettivo di gags e battute che girano intorno a due argomenti leggermente più seri: il passaggio di consegne dal "vecchio" al "nuovo" babbo e la mancata consegna di un regalo che non viene digerita dall'unico elemento della famiglia che tiene davvero allo spirito di questa ricorrenza, l'Arthur del titolo originale. Un mix che crea una catena di eventi ed avventure il cui finale è solo in parte prevedibile dopo i primi minuti di pellicola.
La seconda opera in computer grafica degli studios inglesi, aiutati questa volta dai colleghi della Sony Pictures Animation, non sfigura certamente per qualità delle animazioni e dettagli. I due neo-registi non compiono grandi imprese ma non commettono neanche errori, garantendo dei buoni momenti d'azione che spesso fanno il verso proprio agli action movie come il prima citato "Mission impossible" (soprattutto nella prima parte). Un titolo che punta proprio sulla storia, anche se gira intorno a miti ormai riproposti in tutte le salse, e meno sulla mimica dei personaggi ma che riesce nell'intento di divertire, soprattutto i più piccoli.
Il titolo, che nella versione originale aveva nel cast di doppiatori nomi del calibro di James McAvoy, Hugh Laurie, Jim Broadbent, Bill Nighy, Imelda Staunton e molti altri, è riuscito ad incassare, ad oggi, 2.5 milioni di euro in Italia e meno di 150 milioni di dollari in tutto il mondo. Una cifra molto vicino (se non inferiore) al budget messo a disposizione per la sua realizzazione. Dunque proprio come "Giù Per il Tubo" (2006), "Il Figlio di Babbo Natale" anche se premiato dalla critica, economicamente risulta un flop che testimonia come gli studios inglesi non riescano ad imporsi con le animazioni CGI, a differenza del loro cavallo di battaglia, le animazioni in stop-motion, che li hanno resi celebri in tutto il mondo.
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(Arthur Christmas - 2011)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Sarah Smith, Barry Cook
Sceneggiatura di:
Peter Baynham, Sarah Smith
Prodotto da:
Steve Pegram
Produzione:
Aardman Animations, Sony Pictures Animation
Animazioni:
Aardman Animations
Edizione Italiana:
Sony Pictures Italia
USCITA ITALIANA: 23 DICEMBRE 2011
La più classica delle storie natalizie, con tanto di Babbo Natale e famiglia al seguito, quest'anno arriva dall'Inghilterra per mano degli studios Aardman e di due registi alla loro prima impresa per il grande schermo.
Ambientata, come tradizione vuole, tra i ghiacci e la neve del polo nord, "Il Figlio di Babbo Natale" ha per protagonisti tutte le figure che contribuiscono a quella non semplice impresa che consiste nel consegnare circa due miliardi di regali ai bambini di tutto il mondo in una sola notte: Babbo Natale, i suoi figli Steve e Arthur e qualche migliaio di elfi. Ma anche le macchine più perfette possono commettere degli errori, come saltare la consegna di un regalo, cosa a cui il più giovane dei figli, Arthur, vuole a tutti i costi rimediare, non senza incontrare qualche problema.
La storia per famiglie che viene dal freddo nord quest'anno incontra l'hi-tech più sofisticato, con tanto di smartphone e navi spaziali al posto di slitte e renne come invece tradizione vuole. Un Natale più "mission impossible" che altro che vuole segnare anche un importante momento nella vita degli abitanti del polo nord: il passaggio di leadership dal vecchio Babbo Natale, in carica ormai da 70 anni, al nuovo, il figlio maggiore Steve, autore di tutte le migliorie elettroniche degli ultimi tempi che subentrerà al padre e indosserà il tipico abito rosso e bianco per gli anni a venire.
Una storia che sprizza perbuonismo già dal titolo non può sbagliare il bersaglio. Famiglie e bambini in particolare sono l'obbiettivo di gags e battute che girano intorno a due argomenti leggermente più seri: il passaggio di consegne dal "vecchio" al "nuovo" babbo e la mancata consegna di un regalo che non viene digerita dall'unico elemento della famiglia che tiene davvero allo spirito di questa ricorrenza, l'Arthur del titolo originale. Un mix che crea una catena di eventi ed avventure il cui finale è solo in parte prevedibile dopo i primi minuti di pellicola.
La seconda opera in computer grafica degli studios inglesi, aiutati questa volta dai colleghi della Sony Pictures Animation, non sfigura certamente per qualità delle animazioni e dettagli. I due neo-registi non compiono grandi imprese ma non commettono neanche errori, garantendo dei buoni momenti d'azione che spesso fanno il verso proprio agli action movie come il prima citato "Mission impossible" (soprattutto nella prima parte). Un titolo che punta proprio sulla storia, anche se gira intorno a miti ormai riproposti in tutte le salse, e meno sulla mimica dei personaggi ma che riesce nell'intento di divertire, soprattutto i più piccoli.
Il titolo, che nella versione originale aveva nel cast di doppiatori nomi del calibro di James McAvoy, Hugh Laurie, Jim Broadbent, Bill Nighy, Imelda Staunton e molti altri, è riuscito ad incassare, ad oggi, 2.5 milioni di euro in Italia e meno di 150 milioni di dollari in tutto il mondo. Una cifra molto vicino (se non inferiore) al budget messo a disposizione per la sua realizzazione. Dunque proprio come "Giù Per il Tubo" (2006), "Il Figlio di Babbo Natale" anche se premiato dalla critica, economicamente risulta un flop che testimonia come gli studios inglesi non riescano ad imporsi con le animazioni CGI, a differenza del loro cavallo di battaglia, le animazioni in stop-motion, che li hanno resi celebri in tutto il mondo.